video suggerito
video suggerito

“Non mi sono mai sentito così in pericolo”: parla il prof aggredito dal padre di un alunno a Lecce

Sergio Manni, 65 anni, è il professore di Racale (Lecce) aggredito dal padre di un suo alunno di 16 anni. Il ragazzo ha chiesto al genitore di venire a scuola e “spaccare la faccia” al docente dopo aver ricevuto delle note disciplinari. “Me la sono vista brutta, non ho chiuso occhio per giorni”, ha raccontato.
A cura di Eleonora Panseri
712 CONDIVISIONI
Il professor Sergio Manni, 65 anni (Facebook)
Il professor Sergio Manni, 65 anni (Facebook)

"Me la sono vista brutta. Sono riuscito a chiudermi in bagno, ma praticamente non ho chiuso occhio per giorni. All’indomani, arrivato a scuola, ho chiesto alla bidella di aprirmi il cancello e farmi entrare con l’auto, per evitare altre brutte sorprese".

A parlare è Sergio Manni, 65 anni, il professore di Racale (Lecce) aggredito dal padre di un suo alunno di 16 anni, dopo che il ragazzo aveva chiesto al genitore di raggiungerlo a scuola e di "spaccare la faccia" al docente dopo aver ricevuto delle note disciplinari.

"Da 40 anni mi dedico al volontariato, al recupero di ragazzi in difficoltà, ma non mi ero mai sentito in pericolo come questa volta. Spero che in futuro non accada altro: il ragazzo, qualche giorno fa, ha preso a pugni uno studente senegalese. Oggi ci sarà un consiglio di classe straordinario, l’ennesimo, per valutare il da farsi", ha spiegato l'uomo in un'intervista al Corriere.

I fatti risalgono al 17 dicembre e sono avvenuti nell'Istituto Bottazzi di Casarano, dove Manni insegna Chimica. Lo studente ha chiamato il padre dopo aver ricevuto quattro note per il suo comportamento indisciplinato e lo ha incitato a vendicare l'affronto. "Vieni a spaccare la faccia al professore", gli avrebbe chiesto.

Il genitore si è presentato poco dopo a scuola con il figlio maggiore e dopo minacce, insulti e strattonamenti, il docente si è dovuto rifugiare nel bagno dell'istituto per poi farsi scortare dalla polizia municipale a casa.

Dopo la denuncia del professore e del suo avvocato Biagio Palamà, presentata solo pochi giorni fa, l’episodio è al vaglio della Procura di Lecce. Al momento non sarebbero stati presi provvedimenti, "nonostante abbia anche inviato una pec alla dirigenza scolastica per invitarla a valutare e agire per quanto di sua competenza",  ha detto ancora il 65enne.

Nonostante la paura e lo sconforto, il professore ha ricevuto anche molte manifestazioni di solidarietà e vicinanza da parte di colleghi e alunni.

"Tanti professori hanno manifestato la loro vicinanza. Mi ha fatto molto piacere. Ma c’è un altro episodio che mi ha riempito di gioia: dopo qualche giorno dall’accaduto, una studentessa che aveva assistito alla scena mi ha detto: ‘Professore, non andare più in quella classe, stai sempre con noi che siamo buoni'", ha raccontato.

"Oltre che le materie, la scuola dovrebbe insegnare l’educazione, il vivere insieme e le buone regole sociali. Deve tornare ad essere ‘palestra di vita'. – osserva ancora il prof – Troppo spesso, però, gli insegnanti sono oberati da mille impegni e si rischia di dimenticare che il nostro obiettivo non è soltanto istruire, ma anche formare cittadini responsabili e capaci di rispettare gli altri".

Oggi, lunedì 10 febbraio, il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara ha proposto al ministro della Giustizia, Carlo Nordio, di estendere la misura dell'arresto in flagranza di reato, già approvata per le aggressioni ai sanitari, anche a quelle nei confronti del personale scolastico.

"Stiamo lavorando insieme su una norma in questa direzione. Il Governo e il Ministro dell'Istruzione sono accanto ai docenti e al personale tutto che devono sentire forte la presenza costante delle Istituzioni", ha detto Valditara che ha telefonato al dirigente scolastico dell‘Istituto Bottazzi per informarsi sulle condizioni di salute del professor Manni.

712 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views