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“Non mi piace quando fa male alla mamma”: il racconto di un bimbo di 7 anni in un tema sul papà

Un bambino pugliese di 7 anni ha raccontato in un tema scolastico delle violenze subite dalla madre in casa da parte del papà. L’uomo ora è a processo.
A cura di Davide Falcioni
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"Non mi piace quando papà fa male alla mamma". Poche parole che hanno rivelato una normalità fatta di abusi e umiliazioni e che sono state scritte in un tema scolastico da un bambino di una scuola elementare pugliese durante l'esercitazione "Penso e scrivo". Il piccolo, 7 anni, le ha scritte sul suo quaderno; non poteva certo immaginare, a quell'età, che quel tema, e quella frase in particolare, sarebbe finita tra gli atti del processo in cui la mamma è parte civile e in cui il padre è accusato e di maltrattamenti in famiglia, aggravati dalla presenza del figlio minore. Secondo il racconto della mamma il marito non beveva alcolici, ma solo caffè, ed era un buon lavoratore. In altre parole non aveva mai manifestato segni di essere una persona violenta.

La vicenda è stata raccontata dal Quotidiano di Puglia, secondo cui tra gli episodi contestati all'uomo ci sarebbero anche alcune minacce di morte: avrebbe fatto trovare in casa una foto della compagna trafitta da un coltello con in mezzo l’anello di fidanzamento. Al figlio, inoltre, avrebbe detto di stare preparando una sorpresa per sua madre, mimando in un altro caso il gesto del taglio della gola.

La vittima risiede in un comune della provincia di Brindisi e agli inquirenti ha raccontato la degenerazione del rapporto coniugale e la scelta di andarsene da casa per tutelare suo figlio, ma anche salvarsi dalle violenze: "Ho preso questa decisione nel momento in cui mi sono resa conto che sistematicamente alzava le mani davanti a nostro figlio", ha detto la donna ai magistrati, aggiungendo un episodio in particolare: "Una volta mi afferrò, mi sbatté sul divano, mi saltò addosso e mi mise la mani al collo. Nostro figlio si mise sulle sue spalle e cominciò a urlare e a piangere".

Ad aggravare la situazione dell'uomo anche il suo consumo sistematico di sostanze stupefacenti, a partire dalla cocaina. "Non è mio marito, non è possibile, mi sono cominciata a chiedere nell’estate del 2021", ha raccontato la donna ai magistrati, spiegando che all'inizio era un "gran lavoratore, beveva solo caffè e non toccava alcolici. Avevo avuto un problema di salute e lui mi aveva accompagnato a Milano per sottopormi alle cure in un centro specialistico. Poi di colpo cambiò. All’inizio credevo fosse depressione, per questo tornai a casa altrimenti non ci avrei mai messo più piede. Poi scoprii che era diventato cocainomane".

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