Non gli prescrive un farmaco, medico di Palermo sfregiato dal paziente con un tirapugni: è grave
Il dottor Alfredo Caputo, responsabile di Endocrinologia oncologica dell'ospedale Cervello di Palermo, è stato aggredito con un tirapugni da un paziente a cui aveva negato la prescrizione di un farmaco. Il paziente a quel punto ha estratto il tirapugni dalla tasca e ha sfregiato Caputo all'orecchio e al volto, ferendolo gravemente. L'aggressore avrebbe anche fratturato un braccio alla vittima e poi sarebbe fuggito via. L'endocrinologo è stato sottoposto a un intervento chirurgico: i suoi colleghi non si sono riservati la prognosi, segno che non dovrebbe essere in pericolo di vita.
"Non abbiamo alcuna dichiarazione da fare dopo un'aggressione del genere. Non ci sono più parole dopo quanto successo oggi all'ospedale Cervello", hanno detto i colleghi del medico. "La situazione è gravissima. Non solo le continue aggressioni al pronto soccorso. Adesso dobbiamo avere paura anche negli ambulatori. È gravissimo quanto successo oggi (ieri, ndr)". "La politica – spiegano – deve comprendere che così non si può andare avanti. Siamo davvero stanchi di vivere sotto pressione sempre. Non è più tollerabile andare avanti così. Dovremmo dimetterci in massa. Forse solo così iniziano a comprendere che la nostra condizione è davvero grave e siamo in piena emergenza".
Ogni anno 2.500 aggressioni e minacce ai medici in Italia
Le aggressioni a medici, infermieri e operatori sanitari sono ormai all'ordine del giorno e si verificano negli ospedali, soprattutto nei pronto soccorso , dove si registrano i casi più gravi, ma anche nei reparti di degenza, ambulatori, nel Spdc (Servizio psichiatrico Diagnosi e Cura), nelle terapie intensive, ambulanze , ambulatori dei medici del territorio e guardie mediche di tutta Italia. "Le violenze – spiega l'Ordine dei Medici – avvengono più frequentemente durante i turni serali e maggiormente contro le donne (70% dei casi). Secondo uno studio condotto dall’Istituto Superiore di Sanità molti episodi di violenza, soprattutto verbale e psicologica, ma anche fisica, non vengono denunciati dagli operatori. Il livello di tale sottonotifica viene stimata fino al 70%".
Il fenomeno delle aggressioni in Sanità è in crescita continua. L’Organizzazione mondiale della sanità ha stimato che tra l’8 e il 38% degli operatori sanitari subiranno violenze fisiche nel corso della propria carriera. In totale sono circa 2.500 i casi di aggressione o minaccia accertati ogni anno a danno degli operatori sanitari in Italia. Quelli registrati dall’Inail tra il 2016 e il 2020 risultano più di 12.000.