“Non gli date da mangiare”: il sindaco dichiara guerra ai piccioni, ma gli animalisti lo denunciano
L'ordinanza della discordia. È quella firmata nei giorni scorsi dal sindaco di Vallefoglia, comune della provincia di Pesaro, che prevede il divieto di somministrazione di alimenti ai piccioni. Una vera e propria guerra che il primo cittadino Palmiro Ucchielli, ha dichiarato ai volatili, ma ha incontrato sul proprio cammino la reazione degli animalisti che hanno annunciato un esposto nei suoi confronti.
Ucchielli, ex senatore, segretario regionale Pd e presidente della Provincia di Pesaro e Urbino, ha infatti fatto sapere che l'ordinanza, datata 5 gennaio 2023, si è resa necessaria per far fronte a problemi di igiene, oltre che di cattivi odori e prevenire il rischio potenziale di malattie nella cittadina di Vallefoglia.
“Il Sindaco del Comune di Vallefoglia, Sen. Palmiro Ucchielli – si legge nell'ordinanza –in seguito ad una verifica della nostra Amministrazione, ha constatato che nel nostro Comune si sta verificando un aumento significativo del numero di piccioni. Questo fenomeno è causa di disagi connessi sia all’accumulo del guano maleodorante, sia alla preoccupazione per il rischio potenziale di malattie veicolate da volatili”.
“Per questo motivo il Sindaco – continua – sentita la Giunta e visto che erano state definite con propria ordinanza n° 35 del 07.07.2020 le misure finalizzate a favorire l’allontanamento della popolazione di colombi o piccioni in ambito urbano, dispone con propria ordinanza n°3 del 05.01.2023 il divieto di somministrazione di alimenti ai piccioni (Columba Livia var. domestica) indicando le misure idonee al loro contenimento in ambito urbano”.
Una misura che l'Aidaa, l'Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente, ha ritenuto illegale tanto da annunciare la presentazione di un esposto proprio nei confronti del sindaco per maltrattamenti nei confronti degli animali.
“Crediamo – si legge in una nota dell'associazione animalista – che non sia quella di affamare i piccioni il modo giusto di porsi, anzi siamo certi della illegittimità morale e pensiamo anche sotto il profilo legale di ordinanze come queste che contengono di fatto seppure in maniera larvata gli estremi per il reato di maltrattamento di animali”.