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Non erano bamboccioni ma vittime della crisi

Offesi in tutti i modi. Ma oggi, di fronte ai numeri dell’Istat, cala il silenzio.
A cura di Antonio Menna
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In principio furono i bamboccioni. Poi vennero gli sfigati, i fannulloni, i mammoni. In questi anni si sono sfoderati i peggiori insulti ai danni di quella generazione disgraziata di uomini e donne costretta a restare eternamente sotto la protezione familiare. Per molto tempo è sembrata che fosse colpa loro. “Non avete voglia di lavorare”. “Vi piangete addosso”. Quante se ne sono sentite. Solo oggi, di fronte ai numeri, cala almeno il silenzio. Le cifre parlano chiaro. Se si rimane in famiglia, per tanti, troppi anni, non è per mancanza di coraggio. E’ perché non c’è alternativa. Il rapporto annuale Istat è un quadro di dolore. 15 milioni di italiani sono in stato di disagio economico. Milioni di persone tra i 20 e i 40 anni sono aggrappati ai genitori, spesso pensionati, spesso anziani, che non vivranno in eterno. Prima o poi verrà a mancare anche quella boa di salvataggio. A quel punto cosa accadrà? C’è qualcuno che, terminati gli insulti, pensa di farsene carico?

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Antonio Menna, giornalista, scrittore autore tra gli altri del libro "Se Steve Jobs fosse nato a Napoli".
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