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Non è un paese per gay

L’Italia non è un paese per gay, lo dice l’associazione europea ILGA-Europe, e peggio di noi fa soltanto Cipro. Le più tolleranti? Svezia, Inghilterra e Spagna ma al Parlamento Europeo si cerca ridisegnare le attuale norme vigenti: “Omofobia come crimine di odio”.
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Truro cornwall gay pride parade 23.08.08

Non è la parodia del famoso film dei fratelli Coen, magari fosse così. Il fatto che l'Italia non sia propriamente un paese aperto alla tolleranza nei confronti della realtà omosessuale emerge da una richiesta di discussione a Bruxelles firmata dal 20% dei parlamentari europei. Se per certi versi si plaude all'iniziativa che si impegna a favore delle comunità LGBT, di contro siamo di fronte ad una discriminazione sessuale ancora diffusa.

E, stando alle cifre raccolte dall'associazione europea a difesa dei diritti degli omosessuali ILGA-Europe e riportate dall'EuObserver, l'Italia è seconda nella discriminazione sessuale. Peggio di noi soltanto Cipro che viola apertamente uguaglianza e parità di trattamento. E poi ancora Lettonia, Malta, Grecia, Armenia, Russia, Macedonia e Turchia.

Nelle parole di Linda Freimane, portavoce dell'ILGA-Europe, l'appello a non lasciare che l'impegno dell'Europa nei confronti dell'uguaglianza resti privo della giusta forza: "Se l'Europa si considera leader globale nel campo dei diritti umani, gli indici, invece, ci dicono che siamo ancora molto lontani dal diventare un continente dove i diritti dei gay e delle lesbiche sono garantiti completamente".

E i più "gay-friendly" chi sono? Ovviamente l'Inghilterra, la Svezia e la Spagna che da tempo hanno approvato leggi che tutelano i diritti e la parità di trattamento. L'intento del gruppo parlamentare europeo è quello di ridisegnare le attuali norme europee vigenti, laddove molti degli stati Membri non considerano ancora l'omofobia e la transfobia come un crimine di odio.

Tornando entro i nostri confini, la speranza è che l'attenzione sulla discriminazione sessuale possa restare sempre alta perchè, nonostante la nostra Costituzione la proibisca, non esiste ancora norma che disciplini e regolamenti un'unione tra persone dello stesso sesso. Poi, a dirla tutta, la vita del Paese sembra ormai centralizzata, piuttosto che su questo, sulle vicende amorose del Comandante Schettino e sulla monotonia del posto fisso, ovviamente. Come a dire, abbiamo altro a cui pensare.

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