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“Non è più lui, ha perso 30 chili”. Parla la mamma di Simone, da 8 mesi in ospedale dopo le cure in Albania

Intervistata dal Corriere la mamma di Simone Del Vecchio racconta: “Lo trovai steso a terra, privo di sensi, con intorno un capannello di persone. Aveva avuto il primo arresto cardiaco”.
A cura di Davide Falcioni
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In ospedale da 8 mesi dopo essersi sottoposto a delle cure dentarie in Albania. È la drammatica storia di Simone Del Vecchio, un web designer di 37 anni di Barletta protagonista, suo malgrado, di un caso di malasanità avvenuto nell'altra sponda del Mar Adriatico. L'uomo, infatti, lo scorso 13 marzo si era recato a Tirana, attratto da una pubblicità che prometteva ottimi risultati a prezzi competitivi. Lì, aveva deciso di farsi installare delle protesi dentarie a entrambe le arcate. Poco dopo l’intervento, però, Simone è stato colto da quattro arresti cardiaci. Rientrato in Italia dopo essere stato ricoverato in rianimazione nell’ospedale della capitale albanese, il 37enne è ancora ricoverato in una clinica a San Giovanni Rotondo e in questi giorni dovrà sottoporsi a un nuovo intervento chirurgico per una stenosi tracheale.

A far sperare a Simone che curarsi i denti in Albania sarebbe stata una buona idea però era stata anche l'esperienza, assolutamente positiva, di sua mamma Anna che proprio a Tirata tempo addietro si era sottoposta a degli interventi odontoiatrici riusciti. Oggi la donna non si dà pace e in un'intervista a Cristiana D'Alesio, del Corriere della Sera, ha raccontato il suo dolore: "Oggi non è più lui. È pelle ed ossa, con trenta chili in meno", dice la donna, riferendosi a Simone, che proprio poco prima di raggiungere l'Albania aveva trovato un buon aggancio con lo staff di un noto musicista.

Anna racconta che proprio la prospettiva di un lavoro migliore lo aveva convinto a recarsi in Albania per sottoporsi a una cura odontoiatrica: "Io non ero molto convinta perché, quando c’ero stata io qualche anno prima, avevo visto alcune persone che dopo il trattamento non erano state bene: le ho viste avere cali di pressione e malori senza alcuna assistenza postoperatoria. Ma lui è una testa dura e, quindi, ci è voluto andare lo stesso". Per questo aveva pagato alla clinica la metà dell'importo dovuto ed era entrato fiducioso in sala operatoria.

Dopo l'operazione, che fu molto dolorosa, Simone "si fece la doccia, si mise il pigiama e ci mettemmo a vedere la tv. Aveva sete e andò a prendere una bottiglia di acqua, sempre all’interno della clinica, ma non tornò più. Dopo dieci minuti, lo andai a cercare, pensavo che si fosse fermato a fumare una sigaretta. Invece, lo trovai steso a terra, privo di sensi, con intorno un capannello di persone. Aveva avuto il primo arresto cardiaco. Un medico intervenne tempestivamente, ma poi fu portato d’urgenza in ambulanza nell’ospedale di Tirana. Mi dissero subito che era grave e lo trasferirono in un’altra struttura sanitaria per sottoporlo a coronografia. Quella notte stessa fu operato per l’inserimento di uno stent coronarico". Da quel giorno Simone è rimasto in coma farmacologico fino al primo maggio, poi è stato riportato in Italia, all'ospedale di San Giovanni Rotondo, dove è tuttora. "Oggi è in un letto di ospedale, si alimenta attraverso la Peg". Il 37enne è fortunatamente fuori pericolo.

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