Riceviamo e pubblichiamo da un nostro lettore:
"Sembra ieri che tutto ciò stava iniziando, sembra ieri che, tutti davanti ad una televisione, eravamo messi al corrente di un lockdown nazionale.
Ma cos’è un lockdown (nazionale)?
“isolamento, chiusura, BLOCCO D’EMERGENZA”
Quando dalla televisione, poche ore prima, ci chiedevano di non creare inutili allarmismi, ci obbligavano, poche ore dopo, a non uscire di casa se non per necessità.
E nel frattempo i casi aumentavano, gli ospedali si riempivano e le conseguenze, oramai, le conosciamo tutti.
Nei primi mesi, però, in noi c’era una speranza, la speranza di uscirne il prima possibile, magari cambiati, magari in meglio… “ce la faremo” si gridava a squarciagola dai balconi, e nelle case anche i meno esperti si cimentavano in vere e proprie gare di cucina, per cercare di poter dimenticare, anche per un misero secondo, cosa stesse accadendo in tutto il mondo.
Insomma, la speranza ci teneva uniti.
Ma dopo un anno, questa speranza può essere ancora viva?
Dopo un anno (parlo per me e per tutti i ragazzi della mia età con un minimo di intelletto) passato chiuso in casa, con la solita monotonia, con la solita sveglia, con le solite videolezioni, con i soliti esami/interrogazioni, dopo un anno senza un “sabato sera”, dopo un viaggio di quinta annullato, dopo un anno a doversi preoccupare ogni giorno di ciò che si potesse fare o meno, dopo mesi in cui non si può circolare dopo le 22, e potrei continuare all’infinito, ma dopo tutto ciò, credete davvero che in me/noi ci possa ancora essere una speranza? Una speranza nei confronti di chi/cosa? Delle Istituzioni? Le stesse che “predicano bene e razzolano male”? Una speranza nei confronti del prossimo? Sì, magari lo stesso prossimo negazionista, o lo stesso prossimo per il quale, dopo un anno, la situazione è solo peggiorata.
Purtroppo, in me, la speranza è morta. Non credo nelle istituzioni, non credo nel prossimo, non credo nell’essere umano. Un essere umano sempre più EGOISTA. Purtroppo, invece di andare avanti, invece di migliorarci, sembra sempre di più che si stia tornando indietro, come se la cosa più importante di questa vita sia dover prevalere sul prossimo, mostrarsi superiore.
E quando provavamo a convincerci che ad aprile eravamo cambiati, eravamo migliorati, be’, ci stavamo solo illudendo.
Purtroppo neanche migliaia di morti al giorno ci hanno messo con le spalle al muro, neanche la sofferenza di migliaia, o meglio milioni, di persone ci ha fatto capire qual è il vero valore della vita e, soprattutto, quanto è sottile la distanza tra la vita e la morte. Ed è per questo che in me non vi è più alcuna speranza.
Oggi, dopo un anno, ci ritroviamo nuovamente in zona rossa, con migliaia di persone che non potranno lavorare, che non potranno mangiare, ma anche con migliaia di ragazzi che sono costretti(come se un anno non fosse bastato) a perdere i migliori attimi della propria vita, e passarli chiusi in casa, con la compagnia della solita monotonia.
Se tutti, nel nostro piccolo, fossimo stati meno egoisti, se tutti ci fossimo preoccupati un minimo di quello che ci circonda e non solo di noi stessi, se tutti ci fossimo preoccupati minimamente di vivere in una società, forse, e sottolineo forse, la speranza sarebbe ancora viva.
Oggi, dopo un anno, avete ancora una speranza? In chi? In cosa?".
Per scrivere alla redazione di Fanpage.it: segnalazioni@fanpage.it