Abbiamo un bel coraggio a chiamare sudafricana la nuova variante del Covid, la peggiore che abbiamo mai visto, con decine di mutazioni, un altissimo grado di contagiosità e – pare – un’alta possibilità che possa eludere i vaccini.
Abbiamo un bel coraggio, dall’alto delle nostre terze dosi, dei nostri brevetti protetti, dei nostri acquisti compulsivi di nuove fiale, mentre in mezzo mondo – quello povero, ça va sans dire – la stragrande maggioranza della popolazione, dopo un anno e mezzo di pandemia, non ha ancora mezza protezione contro il Covid.
Qualche numero? Fatte 100 le dosi per persona inoculate in Europa, l’Africa sta a otto. Meno di un decimo. Perché non ci sono i soldi, non ci sono i medici, non ci sono le siringhe. Perché in fondo va bene così, l’importante è che ci vacciniamo noi. Il resto è lontano.
Abbiamo un bel coraggio a invocare la chiusura delle frontiere verso i Paesi africani – anzi: a chiuderle proprio – come prima misura precauzionale contro una variante che è già a Hong Kong e in Israele, con cui i confini restano tuttavia ancora aperti, come se chiudere i confini alle persone e fosse l’unica soluzione possibile di fronte a un virus che altrove continua a circolare e mutare furiosamente.
Abbiamo un bel coraggio, e siamo pure tanto ingenui e stupidi, se pensiamo che tutto questo ci possa salvare. Se ancora non abbiamo capito che i virus non li fermi coi muri, e di sicuro non è coi muri e con l’egoismo che impedisci loro di circolare e di mutare.
Abbiamo un bel coraggio, e siamo ancora più ingenui e stupidi, se ancora non ci siamo inchiodati in testa che o ne usciamo tutti – nord, sud, bianchi, neri, ricchi, poveri – o non ne esce nessuno.
Abbiamo un bel coraggio, e adesso abbiamo pure una bella variante che ci chiuderà in casa e darà un altro bel colpetto a quella nostra ricchezza che cerchiamo in tutti i modi di tutelare, a quell’egoismo che più alimentiamo e più ci ucciderà.