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“Non affitto ai neri”: la mail inviata a una 24enne di Reggio Emilia che cercava casa

Mouna Bour, nata e cresciuta a Guiglia, in provincia di Modena, si è vista rispondere così dalla proprietaria di un appartamento in affitto a Reggio Emilia.
A cura di Davide Falcioni
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"Non affitto il mio appartamento agli africani". È il testo di una mail che due giorni fa ha ricevuto una ragazza di 24 anni, figlia di immigrati marocchini ma cittadina italiana, che da mesi sta cercando casa a Reggio Emilia per avvicinarsi allo studio di architettura di Cadelbosco, dove lavora. La protagonista dell'ennesima storia d razzismo si chiama Mouna Bour, è nata e cresciuta a Guiglia, in provincia di Modena, e l'altro ieri ha condiviso su Instagram il messaggio ricevuto dalla proprietaria di un appartamento in centro storico a Reggio a cui si era rivolta per verificare se fosse ancora libero e ottenere ulteriori dettagli riguardo alle condizioni di affitto. Dopo la comunicazione dell’indirizzo e le informazioni sul deposito cauzionale, ecco le sue richieste: "Non affitto il mio appartamento agli africani, esigo che l’appartamento sia pulito e soprattutto il pagamento regolare dell’affitto".

Intervistata da La Gazzetta di Modena Mouna ha dichiarato: "Le battute e i commenti me li faccio scivolare addosso ma questa cosa mi ha fatto riflettere. Sono nata e cresciuta a Modena, amo l’Italia, ma in momenti come questi mi dico: ‘A cosa appartengo?'. Vorrei sentirmi a casa perché questa è casa mia, non abituarmi a sentirmi discriminata. Faccio parte di una seconda generazione ma ci saranno terze, quarte e quinte generazioni: questa è la realtà". E ancora: "Ho tanti colleghi di origine straniera e tutti mi hanno detto che hanno faticato a trovare casa. Io sono tre mesi che cerco casa per provare ad avvicinarmi allo studio di architettura dove lavoro, che da Guiglia dista 100 chilometri. Sto guardando ovunque, a Reggio Emilia ma anche in provincia: Cadelbosco, Sesso, Rubiera, Massenzatico, Bagno, Bagnolo in Piano. E non ho ancora trovato niente, anche se ho un contratto a tempo indeterminato".

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Anche Lanfranco de Franco, assessore alla Casa del Comune di Reggio, ha commentato l'episodio: "Di solito avvengono con modalità più sottili, ad esempio mentendo sul fatto che l’appartamento da affittare non sia più disponibile appena emerge il cognome straniero dell’aspirante affittuario. Parliamo di una pratica discriminatoria, che non ha alcuna scusante. Il problema – sottolinea – è che mette in difficoltà il territorio. Ci sono giovani di seconda generazione che faticano a diventare autonomi perché tramite i privati non trovano le case e non possono nemmeno accedere a quelle popolari, perché hanno redditi troppo alti. La conseguenza è che poi emigrano in altri Paesi europei dove riescono a realizzare il progetto di vita che qui non sono riusciti a costruire. Per noi, in prospettiva, è un danno a livello di tenuta: non possiamo permettercelo, sia sotto il punto di vista etico che economico".

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