“Noi palestinesi non possiamo fare piani per il futuro, sentiamo gli spari e vediamo gli scontri”
Ha studiato e lavorato in Italia per oltre vent'anni, Fidaa Abuhamdiya. Fa la Chef ed è anche traduttrice dall'arabo all'italiano. Ora si trova a Ramallah in Cisgiordania, ma negli anni ha sempre fatto la spola dalla Palestina all'Italia: da quando sono iniziati i conflitti in Medio Oriente non sa cose le riserverà il futuro.
"Traduco documenti per studenti palestinesi che vogliono concludere gli studi in Italia, traduco certificazioni di nascita, voti e diplomi, ma anche documenti per il ricongiungimento. Adesso sono tutti bloccati a Gaza, qualcuno che sono riuscita a sentire magari è riuscito ad arrivare in Italia, ma hanno comunque tutta la famiglia, moglie e figli a Gaza. È tutto fermo adesso", racconta Fidaa Abuhamdiya.
Laureata a Padova, ha sempre lavorato tra Milano Malpensa e il Veneto. "Qui mi occupo anche di cultura palestinese ed italiana", continua Fidaa, "avevamo organizzato una bellissima settimana in occasione del centenario dalla morte di Calvino ma è stato tutto sospeso. I palestinesi hanno sempre amato gli italiani, per loro siamo il popolo che regalò la coppa del mondo nell'82. Quando hanno visto il Primo Ministro in Israele sono rimasti delusi".
La situazione a Ramallah, relativamente ancora lontana dai bombardamenti israeliani è comunque tesa: "Ieri ci sono stati due morti al campo profughi qui vicino, fuori dalla città, in alcune zone ci sono pietre e copertoni bruciati da un lato e fucili dall'altro che si combattono. Questa mattina mia figlia mi ha detto che sono stati per un'ora fermati dall'esercito israeliano. Bambini vestiti in divisa da scuola, dentro all'autobus".
Quali sono le speranze per il futuro? "Avere un Paese, non tanto per me, ma per mia figlia. Ho fatto di tutto perché non vivesse quello che ho vissuto io ma come ti ho detto, questa mattina per lei c'è stato un'ora di posto di blocco. Noi palestinesi non facciamo piani per il futuro, non possiamo farli".