Riceviamo e pubblichiamo da una nostra lettrice, Monica:
"Siamo un gruppo di colleghi che prestano la loro attività lavorativa presso un grande supermercato nella provincia di Frosinone. Scriviamo questa lettera per sollevare l’attenzione sul fatto che la nostra categoria non è stata assolutamente considerata tra le categorie che necessitano quanto prima di essere vaccinate. Noi, come migliaia di nostri colleghi che lavorano nei centri commerciali, ipermercati ed altro, prestiamo e mettiamo giornalmente al servizio della collettività un servizio in essere di necessità.
Abbiamo svolto sino ad oggi con moltissimi sacrifici e con piacere il nostro dovere anche quando c’è stato chiesto di farlo durante il periodo più buio della pandemia senza mai tirarci indietro.
Ricordiamo infatti che i supermercati sono tra le attività commerciali che non hanno mai smesso di lavorare perché di fondamentale importanza in quanto forniscono al cittadino beni di prima necessità. Ogni giorno il nostro settore è in contatto con tantissime persone le quali, il più delle volte, sono anche molto superficiali nel rispettare le disposizioni quali il distanziamento, l’indossare correttamente la mascherina, l’igienizzazione delle mani. È una vera lotta.
Questo maledetto virus, come ben sapete, resta a contatto sulle superfici di diverso genere per molti giorni e noi giornalmente cerchiamo sempre di non fare “errori”: pensiamo al momento in cui il cliente arriva in cassa e il cassiere o la cassiera andrà toccare tutto ciò che il cliente mette sul rullo della cassa, poi andrà ad effettuare il pagamento prendendo soldi o comunque carte bancomat che sono di proprietà del cliente. In poche parole, abbiamo contatti ravvicinati con tantissime persone ogni giorno. La nostra provincia è in zona rossa e noi che lavoriamo nei supermercati siamo sempre lì pronti a servire il cittadino senza alcuna protezione vaccinale che ci toccherà. Quando? Non si sa. Perché la nostra categoria che, a differenza delle maestre e dei professori, non si può fermare neanche durante il lockdown. Non è stata presa minimamente in considerazione nel piano vaccinale. Vi sembra normale?".
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