No Tav: scontri tra polizia e manifestanti contro l’alta velocità
Continuano gli scontri in Val di Susa, dove oggi si sono radunate circa duemila persone per protestare contro l’autostrada dell’alta velocità. I manifestanti protestano contro l’apertura della tratta Torino-Lione: i cortei sono partiti da Susa, da Chiamone e da Giaglione per dirigersi verso la Sitaf. Davanti al corteo c'erano diversi bambini, i quali hanno detto no alla Tav, preparando dei cartelloni. Una delle frasi più significative era, appunto, “La valle è nelle nostre mani”. Il corteo era composto da persone che indossavano scudi di plastica per proteggersi dagli idranti. I no Tav si sono, dunque, messi in cammino per raggiungere il cantiere: con loro ha sfilato anche Davide Bono, consigliere regionale del Movimento 5 stelle. Le forze dell’ordine, però, hanno chiuso l’area della centrale idroelettrica, per questo il corteo ha dovuto cambiare strada, procedendo verso l’autostrada. Il tratto è stato chiuso dalla questura e dalla stessa Sitaf per motivi di sicurezza pubblica. L’assemblea, la serata e la notte bianca si svolgeranno all’autoporto.
I no Tav ricordano la battaglia di Venaus:
“Faremo pressione al cantiere: tutta questa presenza e' sgradita. Tra una decina di minuti ci posizioneremo tutti attorno al cantiere per provare a premere. La polizia non è il nostro obiettivo. Il nostro obiettivo sono le reti. Facciamo un'azione coordinata. Serve da parte di tutti coraggio e determinazione”.
Sono stati bloccati tre manifestanti dalle forze dell’ordine, in un tentativo di attacco alle recinsioni. Feriti alcuni agenti sia dei Carabinieri sia della Polizia. I manifestanti affermano che è “importante resistere e che qui si dia una risposta a quello che sta succedendo in montagna”. Queste le parole di Maurizio Piccioni, riferendosi agli scontri verificatisi al cantiere di Chiomonte.