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No Tav, scontri al cantiere San Didero: pietre contro blindati polizia, gli agenti usano gli idranti

Pomeriggio di scontri in Val di Susa tra attivisti No Tav e agenti di polizia che presidiano il cantiere di San Didero. I manifestanti: “Proteggiamo il nostro pianeta per un futuro libero da guerre, sfruttamento e devastazione”. Salvini: “Sulla Tav tireremo dritti come treni”.
A cura di Davide Falcioni
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"C'eravamo, ci siamo, ci saremo". È il testo dello striscione che campeggia alla testa del corteo di attivisti No Tav che, dopo essere partiti da Bussoleno, si sono diretti a San Didero per "assaltare" uno dei cantieri – quello dell'autoporto – funzionali all'infrastruttura ferroviaria che, una volta ultimata, dovrebbe collegare Torino a Lione.

La marcia odierna è stata organizzata, come nei precedenti 16 anni, per ricordare la manifestazione dell'8 dicembre del 2005, quando i valsusini riuscirono a "riconquistare" un terreno espropriato per la realizzazione della linea ferroviaria. "A 17 anni dalla liberazione di Venaus, anche quest’anno ci troveremo a marciare per le strade della Val Susa", si legge sul sito del movimento No Tav. "Nonostante ad oggi di Tav non ne abbiamo visto neanche un metro – informano dal movimento  – marceremo, non solo per commemorare ciò che per noi significa questa data, ma per ribadire che oggi come allora la nostra lotta è più viva e attuale che mai".

"Proteggiamo il nostro pianeta per un futuro libero da guerre, sfruttamento e devastazione. Contro lo spreco delle risorse pubbliche, la terra e la salute non hanno prezzo. La Valle non è in vendita", è lo slogan della contestazione, culminata con l'ingresso di circa 300 No Tav nell'area del cantiere di San Didero e con degli scontri con la polizia: i manifestanti hanno acceso alcuni fumogeni e gettato qualche sasso ai mezzi blindati della polizia, che dal canto suo ha risposto con gli idranti e con un fitto lancio di lacrimogeni.

Alla vigilia della manifestazione i sindaci della zona avevano comunicato la volontà di non prendere parte in veste istituzionale al corteo. Il motivo? "Non siamo stati coinvolti come nel passato nell'organizzazione dell'iniziativa", ha spiegato un comunicato firmato dall'Unione montana. E dunque al corteo partito alle 11 da Bussoleno con destinazione finale San Didero, non ci sono stati primi cittadini in fascia tricolore, nessun gonfalone dei Comuni della valle, né striscione "Amministratori valle di Susa". Gli amministratori locali hanno comunque partecipato a titolo personale.

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"Sulla Tav tireremo dritti come treni”, aveva assicurato intanto il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini durante un punto stampa al quartiere Gratosoglio di Milano. "Abbiamo una riunione settimana prossima, il 13, e sarà italo-francese – ha spiegato – interverrà il ministro francese, ci sarò io e un commissario europeo". "Supereremo i professionisti del ‘no'", ha concluso Salvini sottolineando che "se ascoltassimo i signori del ‘no' non faremo nulla".

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Perché ogni 8 dicembre si manifesta in Val d Susa

La manifestazione odiena era attesa da tempo: quella dell'8 dicembre è infatti una delle date simbolo della lotta del movimento No Tav. Nel 2005, pochi giorni dopo lo sgombero violento da parte delle forze dell'ordine di alcuni terreni occupati su cui doveva sorgere uno dei cantieri dell'alta velocità, migliaia di persone manifestarono da Susa a Venaus. Durante il corteo si verificarono alcuni scontri con le forze dell'ordine che non consentivano l'ingresso sulla strada provinciale per Venaus, ma la manifestazione continuò ugualmente. Giunta a destinazione, la popolazione rimosse le reti di recinzione del futuro cantiere e invase i prati, bloccando così l'inizio lavori. In quell'occasione venne costruito un nuovo presidio, situato di fronte al precedente. Quella manifestazione rappresentò uno dei più importanti successi del movimento No Tav e portò  all'abbandono dell'iniziale progetto del 2003 della Torino-Lione. Il Movimento era riuscito nel suo intento: fermare, almeno temporaneamente, i lavori della Torino-Lione.

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