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No Tav, revocata sospensiva della condanna a Nicoletta Dosio: potrebbe essere arrestata

Revocata la sospensione dell’ordine di carcerazione per Nicoletta Dosio, la 73enne attivista No Tav e una delle figure di maggior spicco del movimento. Era stata la Procura Generale di Torino a sancire la sospensione, nel novembre scorso, dopo la condanna a un anno di reclusone emessa dal tribunale del capoluogo piemontese.
A cura di Antonio Palma
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È stata revocata la sospensiva delle misure di carcerazione per Nicoletta Dosio, l'attivista No Tav da tempo ormai nel mirino della magistratura dopo essere diventata una delle figure di maggior spicco del movimento che si batte contro la Ferrovia alta Velocità Torino Lione. Da questo momento quindi significa che Dosio potrebbe essere arrestata da un momento all'altro e finire in carcere. A darne notizia sono i canali social del movimento No Tav. "Sono appena state sospese le misure alternative per Nicoletta Dosio. Questo significa che da adesso in poi potrebbero andarla a prendere in ogni momento per portarla in carcere, alle Vallette" recita infatti un messaggio apparso nelle scorse ore sia su twitter che su Facebook in cui si rilancia la lotta a sostegno dell'attivista.

"Teniamoci pronti per iniziative di solidarietà! La repressione non fermerà la lotta NoTav!Sempre a fianco di Nicoletta che resiste!" si legge in uno dei messaggi diffusi dal movimento. L'intento è di predisporre un sit in di protesta, in segno di solidarietà, proprio davanti la casa di Nicoletta Dosio dove le forze dell'ordone dovrebbero eseguire la misura di arresto. "Teniamoci pronti ad essere presenti a casa sua appena arriva la segnalazione" si legge infatti in un twet degli attivisti.

Era stata la Procura Generale di Torino a sancire la sospensione dell'ordine di carcerazione per Nicoletta Dosio, disposto circa un mese fa, dopo la condanna a un anno di reclusone emessa dal tribunale del capoluogo piemontese. La sentenza riguardava un episodio avvenuto durante una protesta  No Tav in cui un gruppo di manifestanti aveva aperto le sbarre di un casello autostradale. Nicoletta Dosio aveva ribadito di non voler chiedere pene alternative così la procura generale aveva sospeso l'ordine trasmettendo gli atti al magistrato di sorveglianza.

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