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No Tav incappucciati assaltano i cantieri in Val di Susa, scontri con le forze dell’ordine

Nel pomeriggio alcuni gruppi di manifestanti No Tav hanno tentato l’assalto ai cantieri di San Didero e Chiomonte, scontrandosi con le forze dell’ordine: sono volati molotov, sassi e bombe carta da un lato e lacrimogeni dall’altro.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Foto di repertorio
Foto di repertorio

Sono durati poco più di un'ora gli attacchi di alcuni gruppi No Tav ai cantieri dell'alta velocità in Val di Susa. Nel pomeriggio alcune decine di attivisti incappucciati si sono diretti in corteo verso San Didero e Chiomonte. L'appuntamento era al Festival Alta Felicità, poi si sono spostati da Venaus fino a Susa. Una parte degli attivisti si è staccata, poi circa cinquanta persone hanno cominciato a lanciare molotov, petardi, bombe carta e sassi contro le forze dell'ordine presenti al cantiere di San Didero, che a loro volta hanno risposto con dei lacrimogeni.

A Chiomonte, il cantiere della Torino-Lione è finito sotto attacco negli stessi momenti. Qui gli attivisti hanno strappato diversi metri di concertina di filo spinato dalle recinzioni, con cesoie e una scala. Durante gli scontri con le forze dell'ordine, è stato chiuso il tratto autostradale dell'A32 Torino-Bardonecchia, in entrambe le direzioni, con code e disagi per tutto il pomeriggio. Solo verso le 18 è stata riaperta l'autostrada.

In tutto, secondo le ricostruzioni, gli attivisti partiti dal festival di Venaus sono stati circa 1500, ma non tutti hanno partecipato agli scontri, anzi. In cinquecento, una volta raggiunta la stazione ferroviaria di Susa, si sono staccati e diretti a San Didero. Qui una cinquantina di persone avrebbero provato a entrare nel cantiere, attaccandolo con la forza.

Le forze dell'ordine sono al lavoro per identificare gli attivisti violenti. La scorsa settimana i due cantieri erano già stati attaccati dagli antagonisti. Gli investigatori sostengono che la regia dietro gli assalti sia del centro sociale Askatasuna. Lo scorso 24 luglio, invece, la digos di Torino aveva perquisito l'area del presidio No Tav dei Mulini, sequestrando materiale che poteva essere stato utilizzato durante gli assalti avvenuti in precedenza.

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