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No Tav, al via il corteo verso Chiomonte: “Abbiamo riempito la valle, siamo in migliaia”

È partita in Val Susa la manifestazione del Movimento No Tav: centinaia di persone si sono messe in marca dal territorio del Comune di Venaus, intenzionate a raggiungere la zona rossa del cantiere di Chiomonte e violarla. Il corteo al via pochi minuti dopo la notizia che la la lettera del ministero dei Trasporti con cui l’Italia si impegna a completare la Tav è giunta all’Ue.
A cura di Ida Artiaco
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È partita la manifestazione del popolo No Tav in Val Susa. Centinaia di persone sotto la pioggia battente, che ha trasformato la zona in un inferno di fango, si sono messe in marcia nel territorio del Comune di Venaus, intenzionate a raggiungere la zona rossa del cantiere di Chiomonte e violarla, dal momento che è tracciata dalle ordinanze della prefettura che ne vieta l'accesso. Ci vorrà almeno un'ora prima che i manifestanti, tra valsusini e attivisti dei centri sociali, arrivino a destinazione. Qualcuno parla di 15mila partecipanti. Tanti i cori intonati contro le istituzioni e in particolare contro il ministro dell'Interno Matteo Salvini e il Movimento 5 Stelle. "Comunichiamo che non ci facciamo prendere in giro: diciamo a tutti i politici, M5s in primis, che i loro giochi di potere e di poltrone non ci interessa", hanno detto gli esponenti del Movimento No Tav. "Siamo in tanti a far sentire la nostra voce con forza e determinazione. Non accettiamo intimidazioni. Fermarlo tocca a noi. Dopo le parole di chi in campagna elettorale aveva promesso che la Tav non si sarebbe fatta, ci ritroviamo a dover sentire stupidaggini a mezzo stampa su costi e opportunità. Non ci sono governi amici".

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Alberto Perino, storico leader del movimento No Tav poco prima della partenza aveva detto: "Io spero sia una manifestazione bagnata ma partecipata, fatta con la testa e non con la pancia perché chi oggi tira una pietra, una castagna o qualunque cazzata sappia che lo fa solo per fare un regalo a Salvini, non certo per il movimento, non certo per il no tav". Sempre gli organizzatori hanno sottolineato che "ci sono migliaia di bandiere No Tav. Abbiamo riempito la valle. Forse al governo qualcuno pensava si risolvesse come il Tap, in vent'anni non hanno capito nulla di questa valle perché questa valle della coerenza quotidiana fa il il suo motto", hanno dichiarato gli organizzatori della marcia No Tav".

No Tav, il maltempo non ferma la manifestazione in Val Susa

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A preoccupare è anche il nubifragio che si sta abbattendo in Val Susa mentre procede la manifestazione. Il sindaco di Giaglione, località attraverso la quale i manifestanti intendono passare per poter arrivare alla zona rossa del cantiere di Chiomonte, sulla base dell'allarme maltempo ha emesso un'ordinanza: la strada comunale oltre la frazione San Giovanni che conduce alle vigne a Chiomonte nel caso di forti temporali diventerebbe di "forte pericolo. Il Comune non risponde di danni a cose e persone". Una frana si è staccata dal costone della montagna che fiancheggia la Val Cenischia, dove è aperto il campeggio No Tav, che però non starebbe minacciando la tendopoli che è più lontana.

No Tav, l'Italia invia lettera all'Ue: via libera al progetto

Intanto, proprio pochi minuti prima dell'inizio della manifestazione del Movimento No Tav è arrivata la notizia che "è arrivata all'Ue la lettera del ministero dei Trasporti con cui l'Italia si impegna a completare la Tav". Lo ha comunicato via Twitter il neopresidente del Parlamento europeo, David Sassoli, che ha definito una "buona notizia" la lettera inviata all'Inea, agenzia della Commissione europea, in risposta alla richiesta di chiarimenti sulla posizione del governo nei confronti dell'opera. La lettera è firmata da un dirigente del Mit su impulso della presidenza del Consiglio. Con questo documento, in altre parole, l'Italia ha detto sì alla Tav, la linea ad Alta velocità tra Torino-Lione. La lettera è stata inviata per conoscenza al governo francese con cui ci sono stati colloqui per tutta la giornata di ieri per limare i passaggi del testo. In calce all’impegno italiano c’è la firma dei funzionari del ministero di Danilo Toninelli. Non c’è la firma del ministro che, in questo caso, sarebbe stata comunque non necessaria.

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