No Green Pass, escono gli ultimi 7 studenti che avevano occupato l’Università: “Ma non finisce qui”
Ad accoglierli all'uscita molte più persone di quelle che c'erano quando sono entrati. Gli ultimi 7 occupanti del Rettorato escono sorridenti, galvanizzati e un po' stupiti dal supporto che ricevono dalla variegata galassia No Green Pass. "Siamo usciti perché riteniamo di aver raggiunto il nostro risultato – spiega Rachele, studentessa reduce da 2 giorni di occupazione – inoltre la polizia già ieri in tarda mattinata aveva chiuso gli accessi al rettorato, quindi nessuno dei nostri compagni poteva raggiungerci per fare le attività che avevamo previsto, come le proiezioni, musica dal vivo, lezioni autogestite. Era una vera occupazione".
Tra i molti ad attendere i 7 in uscita, oltre a svariati personaggi dell'arcipelago di associazioni e sigle contrario al Green Pass, anche un paio di camionette di carabinieri e polizia che si sono schierati a bloccare via Po, spingendo i manifestanti in uscita a defluire verso Piazza Castello.
"Poteva andare meglio – racconta Gigi Lia, uno degli studenti che hanno occupato il rettorato – ma è una battaglia a nostro favore sicuramente, la guerra continua e l'esito non è scontato. Disobbedienza civile sempre, ma con la testa. Potevano esserci meno intimidazioni da parte della Digos, della polizia in generale, noi non siamo occupatori professionisti, siamo semplici ragazzi e poteva esserci più partecipazione".
"Siamo entrati in rettorato per occupare – continua Rachele – perché siamo contro il green pass, misura antiscientifica e anticostituzionale. Abbiamo ricevuto solidarietà dalla maggior parte delle università italiane che si sono allineate con noi e ci hanno mostrato a distanza il loro supporto. Abbiamo chiesto un colloquio, un momento di confronto con il Rettore anche nel loggiato, in sicurezza, ma ci è stato negato. Il rettore ha solo accettato di ricevere una lettera del nostro comitato ‘Studenti contro il Green Pass'. Quindi siamo qui, abbiamo appena iniziato e continueremo sulla nostra linea".
"Siamo solo persone che combattono per i propri diritti – prosegue Gigi Lia – perché io metto la mascherina, mi faccio il tampone ma non posso salire sul pullman, andare a lezione. Il green pass è una misura politica e non sanitaria, altrimenti il Rettore avrebbe dato i tamponi gratuiti".
E il vaccino? "Il vaccino c'entra come una base logica – spiega Gigi Lia – ma nel momento in cui io non so se ci possono essere effetti avversi magari tra anni… ma è anche una questione di principio, perché è una questione di libera scelta. Libera scelta, libera scelta che altro c'è da aggiungere?"