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No all’estradizione del palestinese Anan Yaeesh, i giudici: “Rischio trattamenti crudeli in Israele”

La Corte d’appello dell’Aquila si è opposta all’estradizione di Anan Yaeesh, militante palestinese di 37 anni residente nel capoluogo abruzzese e arrestato lo scorso gennaio. La richiesta era stata presentata dalle autorità israeliane. L’uomo è indagato per terrorismo: “Pianificava attentati suicidi” con altri due palestinesi.
A cura di Biagio Chiariello
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Anan Yaeesh, il 37 enne palestinese attualmente in carcere a Terni con l'accusa di terrorismo, non sarà estradato in Israele. La decisione della Corte d'Appello dell'Aquila è legata soprattutto al rischio che l'uomo "qualora estradato nello stato di Israele possa essere sottoposto a trattamenti crudeli, disumani o degradanti, o comunque ad atti che configurano la violazione dei diritti umani".

Per i giudici inoltre "non si configurano le condizioni per una sentenza favorevole all'estradizione" in quanto il detenuto "è sottoposto a procedimento penale per gli stessi fatti oggetto della richiesta di estradizione nell'ambito di un procedimento promosso dalla Procura dell'Aquila".

Nel provvedimento i magistrati aquilani affermano che nelle relazioni delle Ong si "fa riferimento a condizioni di detenzione nelle carceri Israeliane oltremodo penose per i cittadini palestinesi, caratterizzate da sovraffollamento, violenze fisiche, condizioni di scarsa igiene e di mancata assistenza sanitaria, ulteriormente peggiorate in concomitanza con il conflitto armato attualmente in corso".

Yaeesh indagato con due palestinesi: "Pianificava attentati suicidi"

L’indagine per terrorismo della Dda dell’Aquila nella quale è coinvolto Yaeesh è stata costruita grazie agli elementi forniti dagli investigatori israeliani. Con lui sono coinvolti altri due palestinesi: Ali Saji Rabhi Irar e Mansour Doghmosh, entrambi arrestati ieri mattina, mentre il 37enne Yaeesh è in carcere dalla fine di gennaio.

Secondo il gip distrettuale dell’Aquila, i tre avrebbero instaurato una collaborazione con il ‘Gruppo di risposta rapida Brigate Tulkarem', parte delle ‘Brigate dei martiri di Al-Aqsa', considerato un’organizzazione di tipo terroristico. Scrive il gip che Yaeesh, Irar e Doghmosh "manifestavano finalità terroristiche tese a organizzare attentati suicidari, anche mediante l’impiego di autobombe, in territorio israelo-palestinese, in particolare in Cisgiordania (West Bank), nella città di Tulkarem, in danno di obiettivi israeliani civili e militari".

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