video suggerito
video suggerito

No alla stretta di mano: “Troppe infezioni, meglio l’urto dei pugni”

Secondo uno studio universitario, con l’addio alla stretta di mano si potrebbe ridurre la diffusione di batteri e virus fino al 90 per cento.
A cura di A. P.
69 CONDIVISIONI
Immagine

Addio alla stretta di mano, uno dei gesti più conosciuti al mondo per salutarsi è ormai nel mirino di medici ed esperti per l'elevato rischio di diffusione di batteri e malattie. A ribadire il rischio della stretta di mano, soprattutto negli ospedali, è uno studio della Aberystwyth University del Regno Unito che sarà  pubblicato ad agosto sull'American Journal of Infection Control. La ricerca infatti, attraverso alcuni esperimenti in laboratorio, ha testato come le varie forme di saluto possano influire sulla trasmissione dell'Escherichia Coli, un batterio molto noto, scoprendo alcune novità giudicate interessanti dagli studiosi. Secondo i ricercatori, infatti, è stato constatato come la stretta di mano sia uno dei saluti più a rischio per la trasmissione di batteri e che più è forte la stretta di mano maggiore è la quantità di batteri trasmessa.

Per il saluto meglio l'urto dei pugni

Per questo gli scienziati consigliano di abbandonare questa vecchia forma di saluto verso altre forme meno rischiose come "l'urto dei pugni", già largamente usato negli Stati Uniti. Il saluto con il pugno, usato inizialmente dai rapper e recentemente sdoganato addirittura dal presidente statunitense Barack Obama in un evento ufficiale come il saluto al Dalai Lama, secondo i ricercatori è meno rischioso. Con il pugno infatti si tocca poco la mano degli altri e soprattutto una parte della mano meno esposta. Questo significa che ci sono meno possibilità per i batteri di diffondersi da persona a persona. Secondo i dati dello studio, utilizzare l'urto dei pugni al posto della tradizionale stretta di mano può ridurre la diffusione dei batteri e dei virus fino al 90 per cento. "Le persone raramente pensano alle implicazione sanitarie quando stringono la mano, ma se tutti fossero incoraggiati a cambiare abitudini, si potrebbe ridurre significativamente la diffusione delle malattie infettive" ha spiegato Dave Whitworth, uno degli autori dello studio.

69 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views