No alla scuola tradizionale: un documentario svela chi sono i genitori homeschooling
Non è una scuola, ma una “scuolina” o almeno così la chiamano i bambini. A Genova, otto famiglie hanno scelto di far stare insieme tredici bambini dai tre ai dieci anni in una esperienza di educazione parentale condivisa. Sono gli stessi genitori ad occuparsi dell’istruzione dei propri figli seguendo un modello al centro di una inchiesta di Fanpage e che sta ottenendo sempre più seguito nel nostro Paese.
La "scuolina", come l’homeschooling e l’educazione parentale sono al centro di un documentario che da un anno e mezzo viene proiettato in giro per l’Italia, intitolato “Unlearning”, che sarà presto mandato in onda da Tv2000, il canale televisivo della Conferenza Episcopale Italiana, il quale ne ha acquistato i diritti. I suoi ideatori, marito e moglie, stanno lavorando alla postproduzione di un nuovo lavoro, “Figli della libertà”, che sarà distribuito il prossimo 7 marzo ed è interamente finanziato dal pubblico, attraverso il crowdfunding: l’obiettivo è raccogliere soldi sufficienti per poter pareggiare le spese e mettere il video gratuitamente a disposizione di chi vorrà usarlo per approfondire il tema dell’educazione lontana dalle scuole tradizionali.
Lucio Belledonne è un regista di spot e documentari ed ha lavorato per Comedy Central e Mtv; sua moglie Anna Pollio è una insegnante di grafica pubblicitaria in una scuola superiore. Due anni fa, insieme alla figlia Gaia, cinque anni, decisero di partire per l’Italia, per visitare famiglie che vivevano e vivono esperienze fuori dal Comune. “Abbiamo incontrato famiglie che educavano i figli da sole o, collettivamente, con altre famiglie. – spiega Anna Pollio – Dietro queste scelte non abbiamo mai trovato motivazioni religiose, piuttosto c’era la volontà di dare un futuro diverso ai propri ragazzi, di non omologarli in un sistema scolastico che sta mostrando tutte le sue imperfezioni. Perché studiare su un libro di testa quando la vita ti offre molteplici vie di insegnamento? Abbiamo imparato, ad esempio, che la chimica si può imparare anche cucinando.”
Il documentario mostra che “tantissime famiglie sono oggi per la sovranità educativa, per non delegare ad altri il diritto all’istruzione. – spiega ancora Anna – Non sono famiglie settarie con bambini fuori dal mondo, ma famiglie che formano rete tra di loro, confrontandosi. Le persone che abbiamo incontrato provano un grande amore per i loro figli, non gente che intende tenerli a casa per oscure ragioni.” Certo, non è un modello che può andar bene per tutti “ma non è una scelta radical chic. In ogni caso, bisogna cambiare vita, magari anche lavoro” perché seguire i propri figli di persona nel loro percorso educativo richiede un impegno di tempo e di energie mentali e fisiche straordinario.
Quando il documentario era pronto, Lucio e Anna hanno deciso di chiedere alla piccola Gaia se volesse continuare ad andare a scuola oppure no e, alla fine, hanno deciso di ritirarla e di tenerla a casa con loro per educarla in maniera autonoma. Per il futuro, hanno le idee chiare: “La reiscriveremo solo se e quando vorrà lei.”