No ai funerali per Gaetano Riina, ma il prete lo ricorda con una messa: “Saremo giudicati da Dio”
“Oggi siamo qui anche per il nostro amatissimo fratello Gaetano. Non avendo potuto fare il funerale, preghiamo per lui perché noi siamo e dobbiamo essere una chiesa che ascolta e asciuga ogni lacrima, una chiesa con la quale condividiamo gioie e dolori".
Sono queste le parole pronunciate questa mattina alla messa delle 11.30 da don Nicola Misuraca, rettore della chiesa del Cimitero di Mazara del Vallo. Don Misuraca fa riferimento a Gaetano Riina, fratello del “capo dei capi” Totò Riina, deceduto giovedì a Mazara a 90 anni a seguito di una malattia: era ancora agli arresti per associazione mafiosa anche se dal 2021 era stato trasferito ai domiciliari e avrebbe dovuto finire di scontare la sua pena il prossimo maggio.
A seguito della sua morte, il Questore di Trapani Salvatore La Rosa ha disposto il divieto di celebrare funerali pubblici e ha anche deciso il percorso che il carro funebre ha dovuto percorrere dall’abitazione di Riina fino al cimitero dove è stato tumulato, in maniera repentina e privata, intorno alle ore 20.00 dello scorso venerdì 23 febbraio.
Questa mattina però, anche se vi è stato imposto il divieto di celebrare riti funebri in ricordo di Gaetano Riina, per motivi di ordine pubblico, don Nicola Misuraca ha deciso di celebrare ugualmente una messa all’interno della Chiesa del cimitero mazarese alla presenza della moglie, della figlia Concetta, di familiari ed amici. Circa una ventina i presenti.
Durante l’omelia don Misuraca ha sottolineato che “non saremo giudicati dalla Chiesa ma da Dio a cui nessuno si può sostituire. Lui è l’unico giudice della nostra vita. Cristo è morto per tutti, ha versato il suo sangue per tutti, nessuno escluso. Nella misura in cui qualcuno esprime un giudizio sull’anima della persona, questo è nel peccato. Se per esempio io commetto un furto, devo essere condannato e questo è un giudizio sul comportamento ma il giudizio dell’anima non spetta a nessuno se non a Dio. Ecco perché la nostra preghiera deve essere rivolta a tutti e nessuno può giudicare. E aggiungo che se io commetto un furto ma ho fatto tante opere di bene, Dio su quelle mi giudicherà e non sull’unico gesto brutto che ho commesso nella mia vita".
Al termine della celebrazione il sacerdote ha voluto pregare “per Gaetano e per tutti i nostri cari defunti” e ha anche fatto una sorta di rito funebre incensando e aspergendo con l’acqua benedetta una foto del defunto Riina posta su un tavolino davanti all’altare. “Questa è una messa che ho voluto offrire io, una solennità per papà – dice il prete rivolgendosi alla figlia Concetta Riina – per il nostro fratello Gaetano e pregherò per lui sia nella prossima domenica che fino alla fine del mese. Adesso lo vogliamo benedire".
Alla fine della celebrazione don Misuraca ha ricordato che “in fondo alla chiesa, sul tavolino è stato posto un foglio in cui i familiari e gli amici del nostro fratello Gaetano possono scrivere un pensiero. Il foglio sarà dato alla famiglia che poi vi ringrazierà.” Inoltre, dopo la fine della messa, il sacerdote insieme a familiari ed amici si è recato dinnanzi il loculo di Gaetano Riina dove, insieme alla famiglia, ha benedetto la salma.