Matteo Messina Denaro

Nino Agostino ucciso dalla mafia, il padre: “Messina Denaro morto, per me né verità, né giustizia”

Vincenzo Agostino ha commentato ai microfoni di Fanpage.it la morte del boss di Cosa Nostra, Matteo Messina Denaro. “La mia famiglia è stata distrutta, non avrò mai verità e giustizia dallo Stato”.
A cura di Gabriella Mazzeo
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"Hanno distrutto la mia famiglia". Esordisce così in un'intervista a Fanpage.it Vincenzo Agostino, padre del poliziotto 28enne Antonino, ucciso in un agguato il 5 agosto del 1989 insieme alla moglie Ida Castelluccio, 19enne in attesa di un bambino. Da 34 anni Agostino aspetta la verità sulla morte del figlio, che stava indagando sugli affari di Cosa Nostra, e sulla nuora Ida. Ormai anziano, ha commentato la morte del boss Messina Denaro, deceduto nella notte dopo 30 anni di latitanza.

"Perché Messina Denaro è rimasto libero per quasi 40 anni? – si è chiesto Vincenzo Agostino – Nessuno lo conosceva in paese? Perché lo Stato non ci ha fornito una risposta per queste domande? Su queste persone non abbiamo ancora né verità né giustizia".

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"Avrebbero potuto chiedere – continua l'uomo – se è stato lui (Messina Denaro ndr) a dare la disposizione per l'omicidio di mio figlio. Avrebbero potuto domandargli se è stato lui o è stato qualcun altro a dare l'ordine di uccidere la mia famiglia. Gli autori materiali del delitto sono in carcere, ma chi è che muove i fili?".

"A me la famiglia l'hanno rovinata: ho perso mio figlio e ho perso la nuora, che era in attesa del suo primo figlio. Perché Antonino non ha potuto diventare papà? Neppure mia moglie è morta in pace. Sulla sua lapide ho dovuto scrivere: ‘Una mamma in attesa di verità e giustizia oltre la morte'".

Vincenzo Agostino non ha più tagliato barba e capelli in forma di protesta dalla morte del figlio. "Ho promesso che non lo avrei fatto fino alla scoperta della verità sulla morte della mia famiglia – ha continuato -. Io non chiedo altro, non ho mai preteso nient'altro dallo Stato. Messina Denaro poteva ancora prendersi gioco di noi, perché non ha mai detto la verità, neanche in punto di morte. Avrebbe potuto dire le cose come stanno e non lasciare i familiari delle vittime soli".

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