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Nicolò morto a 2 anni, esami confermano il terribile sospetto: nel sangue hashish, eroina e cocaina

Gli esami tossicologici e l’autopsia sul corpicino del bimbo hanno confermato il terribile sospetto avanzato fin dalle ore successive alla sua morte all’ospedale di Pieve di Cadore: indagato il padre.
A cura di Antonio Palma
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Il piccolo Nicolò Feltrin è morto a seguito di una un overdose di droga che lo ha colpito mentre era nell’abitazione di famiglia a Codissago di Longarone, in provincia di Belluno.

Gli esami tossicologici seguiti all’autopsia sul corpicino del bimbo di due anni hanno confermato il terribile sospetto avanzato fin dalle ore successive alla sua morte all’ospedale di Pieve di Cadore, dove era stato portato a seguito di un improvviso malore alla fine del luglio scorso.

Nicolò è morto per overdose da hashish ma nel suo sangue sono state trovate tracce anche di altre sostanze stupefacenti come eroina e cocaina.

L’autopsia eseguita dall’anatomopatologo Antonello Cirnelli, incaricato dalla Procura veneta di stabilire l'esatta causa di morte, aveva stabilito che il decesso del piccolo era dovuto a una intossicazione da sostanze, ora la conferma arriva dai risultati degli esami tossicologici.

Viene confermato così il sospetto che il bimbo abbia ingerito qualcosa nell’abitazione e non nel parco sotto casa dove era andato la mattina della tragedia, come invece aveva ipotizzato il padre che era con lui.

Il papà a cui era affidato il piccolo nel giorno della tragedia risulta al momento unico indagato per il reato di omicidio colposo. Contro Diego Feltrin per ora però non sono stati disposti provvedimenti cautelari di alcun tipo.

Quel 28 luglio era arrivato in ospedale col piccolo Nicolò dopo una disperata corsa in auto dicendo che il figlio non si era più risvegliato dopo il sonnellino pomeridiano.

Diego Feltrin aveva detto agli investigatori di essersi accorto che il piccolo aveva raccolto qualcosa da terra portandolo alla bocca mentre erano al parco sotto casa prima di pranzo.

Una ipotesi presto tramontana visto che i sopralluoghi dei carabinieri non hanno trovato evidenze del fatto mentre si è fatta sempre più largo quella dell’esposizione alla droga tra le mura domestiche.

In casa della famiglia non sarebbero stati trovati segni evidenti della presenza di droghe durante ile perquisizioni dopo la morte del bimbo ma ci sarebbero tracce di alcune sostanze su diversi reperti sequestrati e ora al vaglio degli inquirenti per capire se possano avere una corrispondenza con quanto ingerito dal bambino.

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