Nicoleta Rotaru, la legale della famiglia: “Per Zorzi gli audio sono falsi? Vergogna. Tuteliamo le figlie”
È accusato di omicidio volontario aggravato Erik Zorzi, l'ex marito della 39enne Nicoleta Rotaru morta a Monteortone il 2 agosto del 2023, ma le avvocate che seguono la famiglia della donna sono pronte a chiedere che al capo d'accusa sia aggiunto anche il reato di maltrattamenti.
La morte della giovane donna era inizialmente stata trattata come suicidio, poi alcuni dettagli poco chiari nella versione dei fatti fornita dal 42enne e le registrazioni salvate sul cellulare della stessa Nicoleta hanno permesso di cambiare il capo d'accusa in omicidio volontario.
Zorzi avrebbe ucciso l'ex moglie soffocandola per poi far passare il delitto come un gesto inconsulto commesso dalla 39enne. Nonostante le registrazioni nelle mani degli inquirenti e le evidenze fornite dalle ricostruzioni forensi, il 42enne si sarebbe dichiarato innocente davanti alla nuova legale.
"Innocente lui? Il nostro silenzio non vuol dire che non abbiamo cose da dire – ha dichiarato a Fanpage.it l'avvocata Tatiana Vija che insieme alla legale Roberta Cerchiaro segue la famiglia di Nicoleta Rotaru -. Avremmo molte cose da puntualizzare, ma il nostro silenzio è solo in funzione della tutela delle due bambine che in questo momento hanno bisogno di serenità. Intendiamo parlare principalmente in tribunale e non sui media".
A proposito della famiglia di Nicoleta, ha avuto modo di parlare con la madre o con i familiari della vittima?
Certo, sono sconvolti dall'accaduto. Anche loro avrebbero tante cose da dire, ma si trattengono per tutelare le bambine che hanno bisogno di serenità. Hanno subìto tanto e hanno bisogno di essere protette. Mi lasci però dire una cosa…
Prego
Il nostro silenzio è in funzione della salute mentale delle minori, ma come legale trovo assurdo che la nuova difesa di Zorzi paventi la possibilità che le tracce audio che costituiscono la prova regina dell'omicidio possano essere state contraffatte.
Insinuazioni del genere sono gravi e per niente corrette dal punto di vista deontologico. Secondo noi è inutile evidenziare che realizzare una registrazione ad arte è impossibile, perché i cellulari mostrano la data e l'orario di inizio del record. Bisogna anche considerare che lo smartphone di Nicoleta ha continuato a registrare per due mesi dopo il delitto, anche mentre restava chiuso nel cassetto dell'ufficio dei carabinieri. Dopo il fatto, nessuno ha più avuto quel cellulare tra le mani se non i militari.
Abbiamo migliaia di prove dei maltrattamenti che Nicoleta ha patito e per finire abbiamo la registrazione dell'omicidio. Derubricare queste evidenze all'ipotesi di audio creati ad hoc è deontologicamente strabiliante. Mi meraviglia il fatto che una collega appena introdotta al caso e che dovrebbe essere impegnata nella lettura dei fascicoli dica una cosa del genere.
Quando sarà la prossima udienza in tribunale?
Abbiamo un'udienza prevista per il 17 settembre. Non la temiamo. La controparte può chiedere qualsiasi tipo di verifica, anche la perizia psichiatrica, ma la verità è chiara. Nicoleta ha patito tanto dolore negli anni e come lei hanno sofferto anche le sue figlie. È ora di dare giustizia a lei ma anche alle bambine che ora devono ricominciare una vita da zero.