Viviamo in una città dove il sindaco, Dario Nardella, festeggia la fine dell’anno sparandosi un selfie davanti alla millesima telecamera installata per strada. “Modello Tel Aviv”, twitta soddisfatto, mentre Firenze diventa così la città più dotata al mondo in rapporto agli abitanti. L’obiettivo è controllare i cittadini in nome della sicurezza, la stessa che qualche giorno fa, però, ha portato via Niccolò Bizzarri.
Niccolò aveva ventuno anni ed era iscritto alla Facoltà di Lettere (della quale era rappresentante degli studenti per Lista Aperta). Niccolò per spostarsi utilizzava una carrozzina elettrica, e come quasi ogni giorno lunedì scorso, alle ore 13:40, ha percorso il selciato sconnesso di piazza Brunelleschi.
La carrozzina trova una buca profonda dieci centimetri, si impunta, lo disarciona sbilanciandolo: Niccolò batte la testa, riporta ferite al viso e ad un braccio, sembra niente di grave, qualcuno si spaventa, qualcun altro lo rassicura, e c’è chi chiama l’ambulanza che lo porterà al pronto soccorso di Santa Maria Nuova, dove gli verrà diagnosticato un trauma cranico.
Ma adesso torniamo alle telecamere per strada. Anzi, torniamo a quel selfie scattato davanti alla millesima installata. E facciamo finta che alle 20:30 di lunedì scorso, lo studente, non sia peggiorato. Fingiamo che non sia sopraggiunto alcun problema cardiaco. Mettiamo da parte, se ci riusciamo, la straziante consapevolezza che Niccolò, oggi, non sia più tra noi. Certo, saranno gli accertamenti a dire se la causa sia stata effettivamente quella maledetta buca (che i testimoni, giorni dopo, ai giornali diranno essersi formata da moltissimo tempo, in linea col pessimo stato in cui versa l’area circostante), ma ciò che lascia questa storia è una consapevolezza lancinante: i nostri marciapiedi, le nostre strade, le piazze, le città, non sono ancora per tutti, al punto da provocare danni incredibili. Eppure basterebbe davvero poco…
Millesima telecamera. Procura di Firenze. Taglio del nastro. Sequestro della salma. Baci e abbracci. Autopsia. Scatti fotografici. Transenne, troppo tardi: qualcuno ha già ricoperto di asfalto la buca da mettere in sicurezza. Veloci, questi tecnici. Efficienti, questi sindaci. I primi segni delle telecamere di sicurezza, che controllano ma però non salvano – anche se sono mille, anche se fossero diecimila. Perché per quello, per "osservare" e non "guardare", per "evitare" anziché "correggere", per "aiutare" e non "escludere"… ci vuole buona volontà e un minimo di coscienza. Mai scontate, evidentemente, fugaci come il tempo di un selfie. Ciao Niccolò.