Niccolò Ciatti, il papà: “Lo hanno giustiziato in pochi secondi, noi attendiamo giustizia da 7 anni”
“Mio figlio Niccolò Ciatti è stato giustiziato senza motivo mentre era in discoteca con gli amici durante le vacanze dopo un anno di lavoro. Ora cerco di dargli un minimo di giustizia perché chi commette un crimine così deve pagare” a parlare è il papà del 22enne toscano ucciso a calci e pugni durante la vacanza in Spagna nell’agosto del 2017 in una discoteca di Lloret de Mar dove stava trascorrendo una settimana di vacanze.
L’ennesimo appello di papà Luigi Ciatti a pochi giorni dalla prima dell'udienza in Cassazione per il processo in terzo grado di giudizio per Rassoul Bissoultanov, il ceceno lottatore di Mma e campione di arti marziali già condannato nei precedenti gradi sia in Italia che in Spagna ma ancora latitante.
“Niccolò con gli amici avevano deciso di trascorrere quella sera in discoteca perché pioveva e volevano stare al coperto. Sfortunatamente hanno incontrato questi ceceni che, senza un motivo e senza un perché, lo hanno circondato e picchiato e, come si vede in quel terribile video, lo hanno giustiziato” ha ricostruito Luigi Ciatti intervenendo a Chi l’ha visto? Per chiedere ancora giustizia per il figlio.
“Aveva tutta la vita davanti e tutto è sparito in pochi secondi mentre noi sono sette anni che aspettiamo una sentenza definitiva” ha ricordato il papà di Ciatti che attende ora la parola fine dal processo in Cassazione in Italia che si aprirà il prossimo 16 aprile. La corte dovrà decidere se confermare o meno la sentenza emessa dalla Corte d’Assise d’appello di Roma che ha condannato a 23 anni di carcere Rassoul Bissoultanov.
“Speriamo che si arrivi questa condanna ma sopratutto che si possa arrestare Bissoultanov e metterlo in carcere perché altrimenti siamo a livello di giustizi sollo sulla carta e questo non è giusto” ha aggiunto Ciatti. L’imputato infatti è latitante dal luglio del 2022, nonostante sia stato condannato anche in Spagna in secondo grado a 15 anni di carcere.
Su di lui pende un mandato di cattura internazionale ma per ora nessuna traccia. “Vedendo solo quel video si poteva arrivare a una sentenza ma la cosa si è complicata soprattutto perché la Spagna ha scelto di liberarlo invece di farlo andare a processo. Bissoultanov ha fatto una carcerazione preventiva di quattro anni e poi liberato” ha ricordato Luigi Ciatti.
“L'hanno trovato in Germania grazie a un mandato di cattura europeo quindi era chiaro che la sua voglia era quella di fuggire” ha aggiunto. L’uomo è stato poi liberato per un difetto di giurisdizione, un provvedimento poi annullato ma Bissoultanov aveva già lasciato l’Italia e da allora ha fatto perdere le sue tracce. “Ha rovinato la nostra famiglia. Non c'è peggior cosa per un genitore perdere un figlio così. Chi commette un crimine così deve pagare. Chi è condannato deve scontare la sua pena. Dobbiamo far prevalere il nostro diritto. Ci auguriamo che venga confermata la condanna a 23 anni” ha concluso il papà di Niccolò Ciatti.