Niccolò Ciatti, i giudici d’appello spagnoli confermano condanna a 15 anni per Bissoultanov
I giudici del Tribunal superior de justicia spagnolo hanno confermato la condanna a 15 anni per Rassoul Bissoultanov, il 30enne ceceno accusato di aver ucciso a botte Niccolò Ciatti, giovane di 21 anni che nell'estate del 2017 si trovava in vacanza a Lloret de Mar. L'imputato, condannato già in primo grado per omicidio volontario, risulta latitante dallo scorso luglio.
La famiglia Ciatti aveva chiesto un inasprimento della pena inflitta in primo grado al ceceno che, secondo quanto evidenziato dai filmati portati in aula, ha ucciso Niccolò con un calcio alla testa dopo una discussione sulla pista da ballo di una discoteca. La difesa del 30enne aveva invece chiesto la derubricazione dell'accusa da omicidio volontario a colposo.
Alla fine ha retto anche in appello l'accusa di omicidio volontario, ma i giudici spagnoli hanno confermato la condanna a 15 anni già emessa in primo grado senza concedere alla famiglia del ragazzo alcun inasprimento. Stando a quanto ricostruito nel corso delle indagini e a processo già celebrato, Bissoultanov ha aggredito Niccolò nella serata tra l'11 e il 12 agosto di cinque anni fa. Il 30enne ha agito dopo una discussione avuta sulla pista con alcuni amici della vittima.
A quel punto, insieme ad altri due connazionali, Bissoultanov ha dato il via al pestaggio ai danni di Niccolò. La violenza è stata ripresa dalle telecamere di diversi cellulari. Ad uccidere il 21ennne, un calcio violentissimo sferrato alla testa. Il ragazzo di Scandicci è infatti morto qualche ora dopo le botte in ospedale.
Per l'accaduto sono stati arrestati tutti e 3 i giovani ceceni, ma due sono stati rilasciati poco dopo. Movsar Magomadov è stato scagionato in primo grado mentre Bissoultanov è stato condannato a 15 anni di carcere per omicidio volontario. Prima di arrivare a questa sentenza, il 30enne ceceno era stato scarcerato per la scadenza dei termini di carcerazione preventiva e poi nuovamente fermato in Germania su mandato di cattura internazionale. Successivamente era stato estradato in Italia, dove però era stato nuovamente messo in libertà dalla corte di Assise di Roma.