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Bimbo morto su nave da crociera, fermate anche le colleghe della mamma: “Non lo abbiamo mai sentito”

Per la morte del piccolo i carabinieri hanno fermato la madre, una 28enne addetta ai servizi della nave. La donna però condivideva la piccola stanza a bordo con altre due colleghe che affermano di non aver mai visto o sentito il bimbo.
A cura di Antonio Palma
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immagine di repertorio
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Era nato da almeno due giorni il bambino trovato morto domenica nella cabina condivisa dalla madre sulla nave da crociera Silver Whisper a Grosseto ma tutti affermano di non averlo mai visto o sentito. Per la morte del piccolo i carabinieri hanno fermato la madre 28enne, addetta alle pulizie in cucina della nave, con la pesantissima accusa di omicidio volontario ma ora si indaga per capire se altri sapessero e perché hanno taciuto. Per questo sono state poste in stato di fermo per lo stesso reato anche le due colleghe della donna che condividevano con lei la stanza

La madre del bimbo  una giovane donna filippina di 28 anni, ha affermato di aver tenuto nascosto la gravidanza per la paura di non potersi imbarcare e quindi perdere il lavoro. Circostanza che gli inquirenti stanno cercando di appurare così come stanno cercando di capire chi abbia potuto assistere la 28enne nel parto. I colleghi e gli ufficiali affermano che la donna non sembrava incinta anche perché indossava abiti larghi ma il fatto che possa aver partorito da sola e che nessuno si sia accorto di nulla appare poco probabile in un ambiente chiuso come una nave da crociera in navigazione. Stando al suo racconto, avrebbe partorito circa due giorni prima del decesso del piccolo sulla stessa nave e senza dire nulla a nessuno.

La donna però condivideva la piccola stanza con altre due colleghe ed è quasi impossibile che nessuno abbia sentito i vagiti del piccolo o si sia accorto della sua presenza in quei giorni prima del decesso. “Non ci siamo accorte di nulla” avrebbero detto le due colleghe agli inquirenti che le hanno ascoltate in caserma domenica dopo il fermo della madre del neonato. Il loro racconto però non ha convito e ieri entrambe sono state fermate e portate in carcere in attesa della convalida del giudice.

Dalle prime informazioni trapelate, sul piccolo non vi sarebbero segni di violenza evidenti dunque a stabilire l’esatta causa di morte dovrà essere l’autopsia, già disposta al pm sulla salma che di trova ora in obitorio. L’esame post mortem servirà a chiare anche altri aspetti fondamentali della vicenda. In primis se la donna era effettivamente al nono mese di gravidanza o se il piccolo è nato prematuro e avrebbe avuto necessità di cure particolari. Il sospetto è che sia stato lasciato da solo per troppo tempo senza essere allattato o accudito con l'assiduità necessaria.

La madre intanto, dopo un ricovero all'ospedale di Grosseto in stato di choc, è stata trasferita nel carcere di Sollicciano a Firenze dove verrà ascoltata nuovamente nelle prossime ore dagli inquirenti e forse potrà chiarire definitivamente i contorni della drammatica vicenda.

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