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Neonato morto nella culla termica a Bari: esami sul lettino per accertare se era stato lasciato ancora vivo

Manca la consulenza richiesta dai pubblici ministeri sul materiale trovato sul lettino della culla: il perito dovrà accertare se il liquido trovato sulla culla termica fosse veramente urina. Se così fossi non ci sarebbero dubbi che il piccolo era stato abbandonato a pochi giorni dalla nascita ancora vivo.
A cura di Giorgia Venturini
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La culletta termica della chiesa dove è stato trovato il neonato morto
La culletta termica della chiesa dove è stato trovato il neonato morto

Si va verso la chiusura delle indagine della Procura di Bari sul caso del neonato trovato morto la mattina del 2 gennaio scorso nella culla termica della chiesa di San Giovanni Battista di Bari. Al momento manca la consulenza richiesta dai pubblici ministeri sul materiale trovato sul lettino della culla: il perito dovrà accertare se il liquido trovato sulla culla termica fosse veramente urina o qualsiasi altra sostanza sempre appartenente al piccolo. Se così fossi non ci sarebbero dubbi che il piccolo era stato abbandonato a pochi giorni dalla nascita ancora vivo: la consulenza è affidata al genetista dell'Università di Pavia Carlo Previderè. La certezza sono i risultati dell'autopsia: il neonato purtroppo è morto per ipotermia. Ma su cosa si stanno concentrano le indagini della Procura?

La Procura – rappresentata dal procuratore aggiunto Ciro Angelillis e dalla sostituta Angela Morea – ha aperto un fascicolo  per omicidio colposo nei confronti del parroco della chiesa don Antonio Ruccia e del tecnico Vincenzo Nanocchio. Sarebbe stato quest'ultimo nel 2014 a installare la culla in cui è morto il neonato e che successivamente nel 14 dicembre aveva fatto sostituire l'alimentatore dopo alcuni blackout. La consulenza dei tecnici chiamati subito dopo dalla Squadra Mobile che indaga sul caso ha svelato che quando il piccolo è stato lasciato sulla culla non sarebbe partito nessun allarme e nessuna chiamata al cellulare del parroco, cosa che invece sarebbe dovuto accadere. Ma non fu l'unico malfunzionamento: il climatizzatore che avrebbe dovuto riscaldare la stanza rilasciò invece aria fredda. Per questo motivo, oltre alle fredde condizioni invernali, il piccolo morì di ipotermia. Ora si attende l'ultima perizia, quella sull'urina e poi si procederà verso la chiusura delle indagini e forse verso un processo per i due indagati.

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