Neonato morto a Bari, il condizionatore della culla termica aveva una perdita ed è entrata aria fredda
Una perdita nel climatizzatore della culletta termica che così si è trasformata in una trappola mortale per il neonato trovato senza vita lo scorso 2 gennaio. È quanto è emerso dagli accertamenti tecnici in corso a Bari nell'ambito della doppia indagine per il decesso del piccolo, trovato cadavere all'inizio dell'anno nella culla che si trova nel perimetro esterno alla parrocchia San Giovanni Battista a Bari.
L'autopsia eseguita sul corpicino della vittima ha già rivelato che il neonato è morto per ipotermia. I tecnici della Procura e di parte oggi si sono concentrati sul condizionatore, che avrebbe dovuto riscaldare il locale che ospita la culla una volta rilevati i movimenti del neonato ma che invece, come emerso già ieri, avrebbe emesso aria fredda, probabilmente perché non ricaricato.
Gli esami effettuati oggi avrebbero fatto emergere una perdita proprio nel climatizzatore, la cui pressione sarebbe stata più bassa rispetto a quanto necessario per permetterne un regolare funzionamento. E per questo, all'apparecchio, sono state attaccate delle bombole per farlo arrivare alla pressione corretta e verificare se, in questo modo, viene fuori aria calda.
Ma gli accertamenti non finiscono qui. Domani, giovedì 16 gennaio, si continuerà con le analisi sul tappetino della culla, il materasso con i sensori che avrebbero dovuto far attivare l'allarme. La consulenza di lunedì ha dimostrato come nemmeno quel tappetino funzionasse e, per questo, la presenza del neonato non sarebbe stata segnalata tempestivamente.
Si ricordi che al momento sono due i reati per i quali si procede: quello di omicidio colposo, per il quale risultano iscritti nel registro degli indagati il parroco don Antonio Ruccia e il tecnico Vincenzo Nanocchio, ma anche per quello di abbandono di minori a carico di ignoti.