Neonati sepolti in giardino a Parma, per la giovane mamma Chiara disposto il carcere
Il tribunale del Riesame ha disposto il carcere per la giovane mamma di Parma indagata con l’accusa di omicidio per aver partorito di nascosto e poi sepolto e occultato due neonati nel giardino della villetta di famiglia a Traversetolo. La 21enne Chiara per ora però resterà ai domiciliari visto che l'esecuzione della misura cautelare è stata sospesa fino alla definitività della decisione: bisognerà ora attendere i motivi e l'eventuale ricorso in Cassazione.
Il tribunale del Riesame di Bologna ha comunque accolto integralmente l'appello della Procura di Parma che fin dal primo momento aveva chiesto il carcere per la giovane. I giudici infatti hanno disposto la custodia in carcere sia per l'omicidio del 7 agosto 2024 sia per le soppressioni dei due cadaveri, cioè anche per il neonato partorito il ad agosto e che inizialmente era stato derubricato dal Gip al reato meno grave di occultamento di cadavere.
Al momento dell'arresto della ragazza, il Giudice per le indagini preliminari di Parma aveva accolto solo in parte l’istanza cautelare del Pubblico Ministero e disposto gli arresti domiciliari per i reati di omicidio premeditato commesso il 7 agosto scorso e di soppressione di cadavere commesso il 12 maggio del 2023. Per il Gip è sufficiente il controllo dei genitori nella casa di famiglia in attesa del giudizio, con il divieto di comunicare con persone diverse dai conviventi.
Una decisione subito contesta dalla Procura di Parma secondo la quale "Chiara potrebbe uccidere ancora e per questo deve stare in carcere". Il pm aveva fatto ricorso visto che, qualificando il reato relativo al secondo bimbo come occultamento di cadavere, non consentiva misura cautelare. Ora il Tribunale di Bologna – Sezione impugnazioni cautelari penali – ha accolto l'istanza dei pm e con provvedimento del 15 ottobre scorso ha disposto il carcere per Chiara. I giudici hanno accolto integralmente l’impugnazione proposta dalla Procura, disponendo la custodia in carcere sia per l’omicidio del 7.8.2024 sia per le soppressioni di cadavere del 7.8.2024 e del 12.5.2023. Contestualmente ha disposto la cattura dell’indagata e l’accompagnamento della stessa in un istituto di custodia.
Per effetto di quanto disposto dal codice penale, però, il Tribunale ha disposto la sospensione dell’esecuzione della misura fino alla definitività della decisione, riservandosi di depositare i motivi e fissando a tal fine il termine di 45 giorni.
Difesa di Chiara: "La misura non può anticipare la pena"
"Prendo atto della decisione del Tribunale di Bologna. Pur attendendo di leggere le motivazioni, anche in vista di un ricorso per Cassazione, ribadisco che, come già detto, a mio avviso gli arresti domiciliari sono in realtà adeguati al contenimento delle esigenze cautelari proprie di questa vicenda su cui unicamente occorre concentrarsi" lo ha dichiarato il difensore di Chiara, l'avvocato Nicola Tria, aggiungendo: "D'altro canto la misura cautelare non può e non deve mai rappresentare un'anticipazione della pena".