video suggerito
video suggerito
Neonati sepolti in giardino a Parma

Neonati sepolti a Parma, Procura chiede il carcere per Chiara: tribunale del Riesame si riserva la decisione

È terminata l’udienza tenutasi al tribunale del Riesame di Bologna dove si è discusso l’appello della Procura di Parma che ha chiesto il carcere per Chiara, la 21enne accusata di aver ucciso e sepolto i suoi due neonati nel giardino della sua casa di Traversetolo, nel Parmense. I giudici si sono riservati la decisione.
A cura di Eleonora Panseri
298 CONDIVISIONI
Immagine di repertorio
Immagine di repertorio
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

È terminata l'udienza tenutasi oggi, martedì 15 ottobre, al tribunale del Riesame di Bologna dove si è discusso l'appello della Procura di Parma che ha chiesto la custodia in carcere per Chiara, la 21enne accusata di aver ucciso e sepolto i suoi due neonati nel giardino della sua casa di Vignale di Traversetolo, in provincia di Parma.

I giudici del Riesame di Bologna si sono riservati la decisione, che potrebbe quindi essere comunicata tra qualche giorno. Dal 19 settembre scorso l'indagata si trova ai domiciliari con le accuse di omicidio e soppressione di cadavere dopo il ritrovamento dei corpi di due neonati.

Le indagini dei Carabinieri hanno portato a scoprire che i due parti che sarebbero avvenuti il primo maggio 2023 e ad agosto di un anno dopo. Secondo quanto è stato ricostruito, la 21enne avrebbe tenuto le due gravidanze nascoste a tutti, sia ai familiari più stretti che all'ex fidanzato, padre dei due bambini, come hanno rivelato gli esami del Dna.

Negli ultimi interrogatorio la ragazza indagata si era avvalsa della facoltà di non rispondere e durante l'udienza odierna, svoltasi a porte chiuse, non era presente in aula. A rappresentarla è stato il suo difensore, l'avvocato Nicola Tria. Per la Procura di Parma si è invece espressa la pubblico ministero Francesca Arienti, davanti ai giudici del collegio Mazzino Barbensi, Manuela Melloni e Renato Poschi.

Il Procuratore Alfonso D'Avino aveva motivato la richiesta del carcere ritenendo la 21enne capace di "commettere altri reati". "Questa cosa è presunta per legge, non da noi. Per l'omicidio è prevista la custodia cautelare in carcere. Questa è la premessa, a meno che il pubblico ministero prima o il giudice dopo dimostrino che ci sono elementi che fanno ritenere che le esigenze cautelari non ci siano", aveva spiegato in un'intervista.

"Noi riteniamo che le motivazioni del giudice non siano invece sufficienti: i genitori non possono vigilare sulla detenzione, parliamo di persone che non si erano mai accorte di cosa accadesse in casa loro", aveva aggiunto.

In aula l'avvocato della ragazza, commentando la posizione dall'accusa, ha replicato così a una domanda dei giornalisti a margine dell'udienza: "Se dobbiamo parlare di chi non si è accorto di nulla dobbiamo dire che il mondo intorno a Chiara non si è accorto di nulla".

"Dobbiamo considerare che c'è un prima e un dopo rispetto al disvelamento di questa vicenda. – ha aggiunto – Questi genitori hanno riassettato la loro vita dopo questo disvelamento, in funzione di quello che hanno saputo e anche della vicenda cautelare. Il pericolo di inquinamento probatorio e il pericolo di fuga non è mai stato ipotizzato dalla Procura, né dal Gip.

298 CONDIVISIONI
45 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views