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Neonati sepolti in giardino a Parma

Neonati sepolti a Parma, per il Riesame la giovane mamma Chiara può uccidere ancora: “Serve il carcere”

I giudici del Tribunale del Riesame scrivono che la studentessa “può reiterare i reati” di cui è accusata perché non avrebbe “remore ad affrontare in modo analogo nuovi ostacoli al suo vivere serenamente”. Con queste motivazioni hanno disposto il carcere per la 21enne accusata di aver partorito di nascosto e poi sepolto e occultato due neonati nel giardino.
A cura di Antonio Palma
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Chiara potrebbe reiterare il reato e cioè uccidere ancora altri bimbi, con questa motivazione il Tribunale del Riesame di Bologna ha disposto il carcere per la giovane mamma di Parma indagata con l’accusa di omicidio per aver partorito di nascosto e poi sepolto e occultato due neonati nel giardino della villetta di famiglia a Traversetolo.

Il provvedimento restrittivo, emesso nell’ottobre scorso, per ora non è esecutivo perché la misura cautelare è stata sospesa in attesa di una decisione definitiva della Corte di Cassazione a cui i legali della giovane ricorreranno nei prossimi giorni. Per la propria istanza, infatti, gli avvocati della 21enne attendevano proprio la pubblicazione delle motivazioni del provvedimento che è arrivata oggi. Per ora la ragazza quindi rimarrà nella casa di famiglia agli arresti domiciliari a cui era stata sottoposta dallo scorso 20 settembre.

Secondo il Riesame, però, la misura dei domiciliari per Chiara è troppo blanda e non sufficiente. I giudici scrivono che la studentessa “può reiterare i reati” di cui è accusata perché non avrebbe “remore ad affrontare in modo analogo nuovi ostacoli al suo vivere serenamente e che trovi insopportabili, al punto da farle vincere le remore a usare violenza a chi vi si frapponga, considerato il disprezzo per la vita umana”. Per tutto questo “i domiciliari sono insufficienti ad arginare il rischio” secondo il Riesame.

Il tribunale del Riesame di Bologna in pratica ha accolto integralmente l'appello della Procura di Parma che fin dal primo momento aveva chiesto il carcere per la giovane. Il Giudice per le indagini preliminari però era stato di diverso avviso e aveva accolto solo in parte l’istanza cautelare del Pubblico Ministero e disposto gli arresti domiciliari per i reati di omicidio premeditato commesso il 7 agosto scorso e di soppressione di cadavere commesso il 12 maggio del 2023. Per il Gip era sufficiente il controllo dei genitori nella casa di famiglia in attesa del giudizio, con il divieto di comunicare con persone diverse dai conviventi.

Gli avvocati di Chiara ora presenteranno ricorso in Cassazione contro il carcere entro la prossima settimana, ritenendo i domiciliari più che sufficienti. “A mio avviso gli arresti domiciliari sono in realtà adeguati al contenimento delle esigenze cautelari proprie di questa vicenda su cui unicamente occorre concentrarsi" aveva dichiarato il difensore di Chiara, l'avvocato Nicola Tria, aggiungendo: "D'altro canto la misura cautelare non può e non deve mai rappresentare un'anticipazione della pena".

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