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Neonati sepolti in giardino a Parma

Neonati Parma, Chiara arrestata per omicidio: uno dei bimbi morto dissanguato per taglio del cordone

Come spiegato dal Procuratore di Parma, il secondo bambino della 21enne, partorito ad agosto scorso, era nato vivo perché l’autopsia ha stabilito che aveva “eseguito atti respiratori validi”. La morte del piccolo dovuta ad uno shock emorragico da recisione del cordone ombelicale.
A cura di Antonio Palma
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immagine di repertorio
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"Ci troviamo di fronte a un fatto drammatico che suscita sgomento, per due bimbi che non hanno potuto vedere il mondo dopo aver visto la luce. Sgomento anche per la famiglia della giovane che mai avrebbe pensato di trovarsi in questa situazione. Sgomento anche per il fidanzato che suo malgrado si è trovato a dover rinunciare per ben due volte alla paternità senza sapere nulla. E sgomento anche per la ragazza, che al di là delle responsabilità penali che saranno accertate, pare difficilmente decifrabile e dovrà prendere coscienza di quel che è successo" così il Procuratore di Parma ha descritto il caso della 21enne di Vignale di Traversetolo finita ora agli arresti domiciliari con l'accusa di omicidio volontario aggravato di uno dei neonati e soppressione di cadavere dell'altro neonato.

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Secondo l'accusa, la giovane, a distanza di oltre un anno l'uno dall'altro, avrebbe partorito i due piccoli nella casa di famiglia nel Parmense, seppellendoli poi nel giardino dove sono stati rinvenuti solo nei giorni scorsi. Come spiegato dal Procuratore Alfonso d’Avino, il secondo bambino, partorito ad agosto scorso, era nato vivo perché l'autopsia ha stabilito che aveva "eseguito atti respiratori validi".

La morte del piccolo è "dovuta ad uno shock emorragico da recisione del cordone ombelicale in assenza di una adeguata costrizione meccanica dei vasi ombelicali, dal momento che il taglio del cordone ombelicale con mancata occlusione meccanica delle sue due arterie e della sua vena" che ha "determinato un profuso sanguinamento con anemizzazione repentina e decesso del neonato" spiegano gli inquirenti.

Alla 21enne per questo viene contestato l'omicidio volontario del secondo bimbo e l'occultamento del cadavere mentre per il precedente neonato l'accusa è di soppressione di cadavere ma nulla le viene contestato per la sua morte non essendo stata stabilita la causa. Accuse condivide dal gip che ha ordinato gli arresti domiciliari per la ragazza ritenendo sufficiente la misura cautelare vista la prima esperienza detentiva della giovane e il divieto di comunicazione con altri, sia perché si ritiene idoneo il controllo che sarà esercitato dai familiari conviventi.

"Lei ammette di aver tagliato il cordone al neonato ma non dice che lo ha ucciso, dice che ha avuto un mancamento dopo il parto e il taglio del cordone che al risveglio non respirava più e lo ha seppellito" ha spiegato il Procuratore di Parma, aggiungendo: "Sostiene che non si aspettava che sarebbe nato, sostiene che non sapeva la gravidanza a che mese fosse e che al ritorno lo avrebbe detto ai genitori". Gli inquirenti spiegano che Chiara dice che non aveva detto nulla per paura della reazione dei genitori e che però dicono che erano ben lieti di accogliere una gravidanza, allo stesso modo del fidanzato.

Durante la gravidanza Chiara ha tenuto "una condotta incompatibile con lo stato di gravidanza", ha spiegato il procuratore di Parma Alfonso D'Avino. E questo è emerso "soprattutto dalle informazioni raccolte dagli amici. "Non ha mai disdegnato l'uso di sigarette elettroniche e con tabacco, anche accompagnato da assunzione di bevande alcooliche; da ultimo, dopo che travaglio era di fatto già iniziato, e nell'imminenza del parto, Chiara non ha neppure disdegnato l'uso di marijuana", ha spiegato, dicendo che si tratta di elementi significativi per la contestazione della premeditazione.

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