Neonati Parma, Chiara in silenzio davanti al Gip. L’avvocato: “In questa storia manca qualche pezzo”
"Chiara si è avvalsa della facoltà di non rispondere, una scelta prettamente tecnica che non esclude che in futuro possa rendere dichiarazioni o sottoporsi a interrogatorio. È già stata interrogata due volte, d'altra parte, e io ritengo che abbia anche fornito un contributo non irrilevante per la ricostruzione dei fatti". A spiegare quanto accaduto ieri a Parma, dove la mamma dei due neonati trovati sepolti nel giardino della villetta di Vignale di Traversetolo ha scelto di non rispondere alle domande del Giudice per le Indagini Preliminari nell’interrogatorio di garanzia dopo il suo arresto, è stato il suo avvocato, Nicola Tria.
La ragazza di 21 anni, che secondo la ricostruzione dopo aver sepolto il secondo figlio, è partita per New York per una vacanza con la sua famiglia, è accusata di omicidio premeditato e soppressione e occultamento di cadavere e attualmente è agli arresti domiciliari. Ieri è arrivata in Procura nel primo pomeriggio e pochi minuti dopo è stata vista uscire per andar via.
L’avvocato ha spiegato che quella di Chiara di non parlare è una “scelta tecnica” e che appunto ciò non significa che in un altro momento non possa di nuovo rendere dichiarazioni. Per Tria, che ha descritto il caso dei neonati morti come una storia "tragica da qualunque punto di vista la si voglia guardare e particolarmente complessa", alla vicenda "qualche pezzo manca", ma non ha voluto precisare il riferimento.
Tria ha quindi chiesto rispetto e riservatezza per la famiglia di Vignale di Traversetolo. "La famiglia di Chiara chiede che si rispetti la riservatezza di ciascuno dei suoi componenti, la loro sofferenza e il silenzio che hanno deciso di mantenere in questa vicenda. Una vicenda che è una tragedia da qualunque punto di vista la si voglia guardare ed è anche particolarmente complessa”, le sue parole.
Ieri, ancor prima del previsto interrogatorio della 21enne, è intervenuta di nuovo sul caso la Procura di Parma con una nota del procuratore D’Avino, che ha sottolineato che non esiste alcun “atteggiamento di indulgenza” nei confronti della donna "avendo per lei chiesto, per ben due volte, la misura cautelare più grave, con ciò dimostrando il massimo rigore nella applicazione della legge e nella gestione giudiziaria del caso". Chiara è stata accusata dopo il ritrovamento, il 9 agosto, del cadavere di un neonato, poi risultato da lei partorito pochi giorni prima. In quello stesso giardino in seguito sono state trovate le ossa di un altro bimbo nato a maggio 2023. Due gravidanze che secondo la Procura la giovane donna avrebbe nascosto a tutti.