Neonata rapita, cosa potrebbero svelare gli esami di oggi sui cellulari di Rosa Vespa e del marito
Oggi 6 febbraio si terranno gli esami tecnici irripetibili sugli smartphone di Rosa Vespa, 51 anni, e Omogo Chiediebere Moses, 43 anni: la coppia di marito e moglie è indagata per il rapimento della piccola Sofia dalla clinica Sacro Cuore di Cosenza. La neonata dopo tre ore – grazie alle indagini della Squadra Mobile – è tornata tra le braccia della madre. Rosa Vespa si trova in carcere mentre Moses è stato scarcerato perché il giudice per le indagini preliminari ha creduto alla sua versione dei fatti che lo vede vittima degli inganni della moglie. Tutto però ora dovrà essere accertato. Ma cosa potranno svelare i messaggi delle conversazioni sul cellulare dei due indagati?
Il pubblico ministero Antonio Bruno Tridico ha disposto gli esami tecnici per accertare le versioni di entrambi gli indagati. Anche Rosa Vespa durante l'interrogatorio con il giudice ha negato il coinvolgimento del marito: i messaggi potranno svelare o smentire un suo possibile coinvolgimento. Così come i messaggi potrebbero anche chiarire se la 51enne avesse avuto complici anche al di fuori della famiglia o avesse fatto tutto da sola.
La donna per nove mesi a parenti e amici avrebbe simulato una gravidanza con tanto di pancione e immagini di ecografie. L'8 gennaio – anche tramite un post su Facebook – ha annunciato la nascita si sua figlio, raccontando però alla famiglia che il piccolo era costretto a un ricovero in ospedale perché aveva contratto il Covid. La sera del finto parto invece la donna si trovava in un hotel in centro a Cosenza.
Nel giorni successivi sarebbe entrata in media due volte al giorno nella struttura sanitaria: la clinica a Fanpage.it ha spiegato che tutto avveniva negli orari di visita. Ma anche in questo caso verranno fatti tutti gli accertamenti: non è mai entrata in altri orari? Come ha fatto a nascondersi senza che nessuno se ne accorgesse? Queste le domande che si sta facendo la Squadra Mobile di Cosenza.
Infine il 21 gennaio il giorno del rapimento: al marito la donna avrebbe chiesto di portarla in ospedale perché avrebbero dimesso il piccolo. Una volta dentro lei avrebbe rapito la piccola Sofia e sarebbe poi tornata a casa in macchina, con Moses alla guida. La madre di Sofia ha raccontato che Rosa Vespa si è finta un'infermiera e le ha creduto quando le ha chiesto la piccola per cambiarla. Dopo qualche minuto i primi sospetti e la chiamata al 112: i poliziotti grazie alle telecamere di video-sorveglianza sono riusciti in poco tempo a ritrovare la piccola e a riportarla alla madre.
La famiglia di Sofia intanto martedì 4 febbraio ha diffidato la clinica: "L’aspetto al momento evidenziato è quello della omessa custodia e vigilanza dei pazienti ricoverati, con particolare riferimento ai minori neonati, considerato il sequestro di persona subito dalla neonata e il danno cagionato alla famiglia", precisa a Fanpage.it l'avvocata Chiara Penna.