Neonata rapita a Cosenza, com’è nata la finta gravidanza di Rosa: “Pensava di essere incinta per ritardo di 2 mesi”
Rosa Vespa si era convinta di essere incinta dopo un’assenza di ciclo mestruale che si prolungava da due mesi nel maggio dell’anno scorso. Da quella autodiagnosi, senza alcuna certificazione medica, sarebbe nata poi l’idea della finta gravidanza che ha ingannato tutti fino al rapimento della neonata dalla clinica di Cosenza, fatta passare per suo figlio e portata in casa dove l’attendevano i parenti per festeggiare. È quanto viene fuori dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice nei confronti della 51enne calabrese.
Secondo gli inquirenti, infatti, da quella convinzione sarebbe partita la serie di bugie che hanno portato poi al crimine del rapimento. La donna in effetti aveva subito informato il marito che era in partenza per la Nigeria ma nel frattempo non si è più sottoposta ad alcun controllo medico, continuando però a sostenere di aspettare un neonato anche dopo il suo ritorno, convincendolo di volta in volta a non partecipare alle finte visite.
Rosa Vespa ha finto la gravidanza: avrebbe ingannato anche il marito Acqua Moses
"Nel mese di maggio 2024, a fronte dell'assenza di ciclo mestruale che si prolungava da due mesi, l'indagata si convinceva di essere rimasta incinta e di ciò informava il marito, che era in procinto di partire per la Nigeria, a seguito della morte della madre; da questo momento la Vespa non cercava riscontri clinici a tale ‘autodiagnosi', non recandosi da un ginecologo, né sottoponendosi ad esami di routine (se non fittiziamente)" scrive il giudice.
Nei mesi successivi infatti la donna ha continuato a fingere lo stato di gravidanza con finti esami e visite riuscendo a convincere i parenti e persino il marito, Moses Omogo Chidiebere, il 43enne che l’ha accompagnata anche in clinica al momento del rapimento e per questo arrestato prima di essere rilasciato quando lei si è attribuita tutta la colpa. L’uomo, che resta indagato ma a piede libero, ha raccontato di non sapere nulla del piano della moglie e di essere stato ingannato per mesi.
Omogo ha dichiarato ai giudici che “sia in occasione delle visite durante la gravidanza che durante il parto, la moglie aveva sempre detto che avrebbe dovuto aspettare fuori perché non era consentito l'accesso ad altre persone”. Inoltre, dopo il parto, l’uomo “si preoccupava di chiedere alla moglie come avrebbe dovuto procedere per la registrazione della nascita del bambino, ottenendo in merito una serie di rassicurazioni da parte della Vespa che verosimilmente, approfittando della non perfetta conoscenza delle procedure burocratiche italiane da parte del marito, gli diceva che tale adempimento si sarebbe dovuto effettuare dopo le dimissioni del bambino, recandosi in Comune, affermando altresì che le aveva già provveduto a firmare qualcosa subito dopo la nascita" si legge nell’ordinanza.
Rosa Vespa e le bugie ai parenti: la scoperta dopo il rapimento della neonata
Con altrettante scuse, che di volta in volta chiamavano in causa il covid o altri impedimenti, la donna ha convinto anche amici e parenti. “Un doppio trauma per i parenti, non solo dal punto di vista giudiziario, ma anche umano, perché tutti aspettavano l'arrivo di un bimbo in famiglia" ha spiegato all'Ansa l’avvocato dei famigliari.
Le bugie si sono sfaldate tutte quando la polizia ha fatto irruzione in casa dopo il rapimento della neonata. "Non c'è mai stata la gravidanza" ha ammesso infatti Rosa Vespa davanti agli agenti che le chiedevano della piccola. Intanto nei prossimi giorni sarà sottoposta ad una visita da parte di un medico nominato dall'avvocata della donna per valutarne lo stato mentale.