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Neonata morta a Piove di Sacco, conferme dai primi risultati dell’autopsia: è annegata

La piccola sarebbe stata partorita direttamente nel water dell’appartamento dove viveva la madre, 29enne brasiliana, in un night club di Piove di Sacco. La donna è ora ai domiciliari.
A cura di Biagio Chiariello
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immagine di repertorio
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Non ci sono più dubbi. I primi risultati dell'autopsia sul corpicino della neonata ritrovata in un bagno di un appartamento-dormitorio di un night club di Piove di Sacco poco dopo essere stata partorita da una 29enne italo-brasiliana hanno stabilito che la piccola è annegata.

La bambina sarebbe dunque nata viva, per poi morire poco dopo, uccisa dalla madre, ora in stato di fermo con l'accusa di omicidio aggravato. Tuttavia, gli esiti ufficiali dell'esame autoptico saranno disponibili solo tra alcune settimane e potranno fornire informazioni più precise sulla dinamica dell’accaduto in provincia di Padova.

La madre della neonata si trova ora agli arresti domiciliari. La misura cautelare è stata ritenuta necessaria dal giudice per il pericolo di fuga. Secondo la procura, "la neonata era stata trovata morta all'interno del water e appariva essere completamente formata".

Secondo gli inquirenti, la 29enne avrebbe partorito "direttamente all'interno del wc dell'appartamento in cui alloggiava" e sostenuto il parto "senza chiedere l’ausilio di personale sanitario o di altre persone", tirando lo sciacquone "quando la bambina si trovava già con la testa in basso all'interno del wc, causando così l'annegamento".

Il fatto è avvenuto al primo piano di uno stabile in cui è presente un locale e dove si trova un appartamento in cui la donna era ospitata. Sia l'appartamento che il night club sono stati posti sotto sequestro. Durante l'interrogatorio di garanzia, la donna si è avvalsa della facoltà di non rispondere.

L’ex proprietario del night ha ammesso di essersi accorto di quella gravidanza, ma che la donna negava di aspettare un bambino. "Mi ero accorto della gravidanza, anche se lei negava, dicendo che aveva avuto problemi di salute. Non ci credevo, ma non ho voluto indagare – ha detto al Corriere del Veneto -. Di solito le ragazze rimanevano là per poco tempo, qualche settimana al massimo se avevano bisogno di un appoggio iniziale appena iniziato il lavoro".

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