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Neonata morta a Catania, raffica di indagati. Si può morire così nel 2015?

A fronte di 12 mila nascite ogni anno a Catania, sono appena 35-38 i posti nelle unità di terapia intensiva neonatale. Si ipotizzano, quindi, una serie di concause: 9 gli indagati.
A cura di Fabio Giuffrida
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Nicole è morta, nessuno potrà più riportarla in vita. La madre non ha avuto la possibilità di vederla, per un attimo, per darle il suo primo e ultimo saluto. La madre che ha portato in grembo, per 9 lunghi mesi, la piccola Nicole: una bellissima neonata che non vedeva l'ora di venire alla luce. Le foto pubblicate su Facebook dalla coppia ne sono la prova. Dovevano organizzare una festa e, invece, adesso devono pensare non solo al funerale ma anche alle eventuali azioni legali nei confronti degli ospedali pubblici e/o della clinica privata. Nel momento in cui scriviamo l'indagine prosegue serrata ma non sono stati diramati i nomi degli indagati: potrebbero essere fatti già domani anche se, stando alle prime indiscrezioni, sarebbero 14 gli indagati tra i medici della clinica, direttore sanitario, anestesista, pediatra, primari e medici di guardia delle unità di terapia intensiva neonatale degli ospedali pubblici che avrebbero rifiutato di ricoverare d'urgenza la piccola Nicole, vittima probabilmente di malasanità e malapolitica.

Nel 2015 si può morire perché non ci sono posti in ospedale?

La Procura di Catania, guidata da Giovanni Salvi, non ha dubbi: in questa vicenda ci sarebbero una serie di concause sulla base dei primi accertamenti e di una preliminare valutazione della documentazione finora acquisita. "Può ritenersi che la morte della piccola Nicole sia dipesa da una complessa serie di concause, sin dal momento del parto e delle terapie effettuate nelle primissime fasi di vita della bambina. Sono oggetto di accertamento anche le modalità di reazione delle strutture centrali, a partire dal 118, nonché i tempi e le modalità di utilizzo dell'ambulanza e l'adeguatezza del personale e del mezzo rispetto all'emergenza che si prospettava". Numerosi i dubbi sollevati in questi giorni: la clinica ha fatto tutto il possibile per salvare la bimba oppure si è rischiato di perdere del tempo prezioso per la vita di Nicole? E ancora, gli operatori del 118 erano a conoscenza della gravità della situazione o hanno sottovalutato la situazione? Come mai gli ospedali pubblici hanno rifiutato il ricovero d'urgenza di un paziente quasi in fin di vita? Non potevano trovare una soluzione temporanea? Si può morire nel 2015 perché in ospedale non ci sono "posti"?

In settimana autopsia sul corpicino di Nicole

Lunedì sarà conferito incarico di consulenza medica ad un collegio composto da un medico legale, da un ginecologo e da uno specialista di neonatologia e rianimazione. La piccola Nicole è morta per una crisi respiratoria? Questa la domanda a cui la Procura darà presto una risposta certa. "Avremmo dovuto organizzare una festa, invece stiamo per organizzare un funerale: dovevano uscire in tre dalla casa di cura, invece usciranno in due", queste le parole del nonno di Nicole, straziato dal dolore ma determinato nel conoscere tutta la verità. "Ci affidiamo alla magistratura in cui abbiamo piena fiducia" ha concluso. Il padre della piccola Nicole è stato già sentito dai magistrati e forse già martedì ci sarà l'autopsia sul corpicino della figlia: sono state acquisite tutte le cartelle cliniche e domani arriveranno anche gli ispettori inviati dal Ministro Beatrice Lorenzin. Quest'ultima ha utilizzato parole durissime verso la Regione siciliana: "Ho chiesto un monitoraggio forte, un accertamento su tutta la rete e la filiera del parto e delle nascite. Ricordo che la Sicilia è uscita dalla fase commissariale due anni fa per un buco di bilancio ma anche per i bassi livelli di assistenza, di qualità dell'assistenza". Intanto il sindaco di Catania Enzo Bianco chiederà alla Giunta che il Comune si costituisca parte civile nel processo contro i responsabili di quella che ha definito una "tragedia indegna di un Paese moderno" sottolineando poi che "tutta la città chieda conto delle sue azioni a chi ha consentito che una neonata potesse morire a poche ore dalla nascita".

A Catania soltanto 35 posti di terapia intensiva neonatale

Come mai la piccola è stata portata a Ragusa con un'ambulanza privata? Come mai un trasporto via terra? Non c'era la possibilità di utilizzare l'elisoccorso? La risposta è, purtroppo, negativa: il servizio di elisoccorso, nel corso degli ultimi anni, prevede un servizio dall'alba al tramonto; sono esclusi i soccorsi notturni. A Catania, quindi, morire di notte può diventare fatale. In 20-25 minuti, attraverso l'elisoccorso, la piccola sarebbe potuta arrivare a Ragusa, probabilmente, sana e salva. Dati alla mano, a Catania ci sarebbero soltanto 5 ospedali dotati di Utin – terapia intensiva neonatale – con appena 35-38 posti a fronte di 12 mila nascite ogni anno. Infine sorge un (legittimo) dubbio: si è trattato di un omesso ricovero da parte degli ospedali pubblici oppure di una diagnosi sottovalutata dalla clinica privata?

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