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“Nelle foibe c’è ancora posto”, il post choc del consigliere Leonardo Cribio

Il capogruppo della Sinistra per Pisapia in consiglio di zona 9, aveva postato la frase sul proprio profilo (poi cancellata). L’opposizione furiosa, ma lui si difende: “Parole decontestualizzate”
A cura di B. C.
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Grande indignazione per il post pubblicato sulla sua pagina Facebook da Leonardo Cribio, capogruppo di Sinistra per Pisapia in consiglio di Zona 9 a Milano: “Nelle foibe c’è ancora posto”, ha scritto il consigliere sul suo profilo proprio alla vigilia del Giorno del Ricordo delle vittime, scatenando polemiche che lo hanno indotto a cancellarla qualche ora dopo. Non prima però che Alberto Belli, consigliere per la Lega nella stessa zona, lo immortalasse in uno screenshot: "Mi vergogno di sedere nello stesso consiglio con persone che esternano e istigano all'odio" auspicando che "la presidente del consiglio di Zona 9, e non solo lei, prenda provvedimenti". Cribio aveva scritto anche un altro post sull'argomento: "A tutti quelli che piangono per qualche infame finito nelle foibe. Un parente legato a mio nonno (partigiano e di famiglia socialista-comunista) fu fucilato in quanto fascista. Sai che vi dico? C…i suoi, giusto così. Peccato non l'abbiano ammazzato prima, il maiale, amen".

Le proteste dell'opposizione – "Il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, condanni le frasi choc sulle foibe apparse sulla pagina Facebook di un consigliere di zona della Sinistra per Pisapia", protesta l’opposizione di centrodestra in Consiglio comunale. "Il sindaco – è intervenuto Riccardo De Corato (FdI) – condanni duramente il suo consigliere, membro del partito Sinistra per Pisapia e strenuo sostenitore del sindaco durante la campagna elettorale". Per De Corato "già Pisapia non ha impedito che alla conferenza sulle foibe tenuta in Zona 3 venisse invitata a parlare una storica che si distingue per posizioni revisioniste, già Pisapia ieri ha brillato per la sua assenza alla commemorazione ufficiale, già l’allora parlamentare Pisapia votò contro l’istituzione di questa ricorrenza. Adesso è il momento della chiarezza".

Ma Cribio si è difeso, affermando che le frasi erano decontestualizzate, perché sarebbero state scritte all’interno di una discussione avuta con alcuni fascisti "che strumentalizzavano il giorno del ricordo". "Non c’era in me nessuna volontà di offendere né tantomeno denigrare quella immane tragedia – ha dichiarato ancora Cribio -. È stato un moto di rabbia generato dalle innumerevoli strumentalizzazioni e riletture storiche che i neofascisti hanno fatto e fanno di quella tragedia in questi giorni".

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