Nel diario di Giulia Cecchettin motivi della richiesta ergastolo per Turetta: “Giustizia da solo se tradito”
In una lista, Giulia valutava tutti i comportamenti preoccupanti di Filippo Turetta alla vigilia della fine della loro relazione. Il 31 luglio, Cecchettin scriveva i suoi 15 motivi per chiudere la relazione con il 22enne compagno di università e il quadro che emerge è inquietante.
"Vuole che gli scriva molte volte al giorno – valuta la 22enne – non accetta le uscite con le mie amiche, ha idee strane riguardo al farsi giustizia da soli per i tradimenti, la tortura, robe così..". Nonostante la preoccupazione, anche in quell'occasione pensa a come non ferirlo. "L'ho lasciato, spero di rimanere fedele alla mia scelta. Non perché io odi Filippo, tutto il contrario, ma perché ho capito che non siamo fatti l'uno per l'altra e io lo uccido a fare un tira e molla insensato che non voglio neanche io – scriveva Cecchettin -. Adesso faccio una lista di cose che non andavano perché devo autoconvincermi di aver fatto la cosa giusta, anche se mi manca e sto morendo dentro al pensiero di farlo soffrire".
I motivi di quella separazione sono gli stessi che oggi, nel processo per il femminicidio della 22enne di Vigonovo, rappresentano per il pm più di un'avvisaglia dei comportamenti ossessivi e violenti di Turetta. "Abbiamo litigato per il fatto che non lo avessi fatto venire al compleanno di mia sorella – scriveva Giulia nel suo elenco -. Ha sostenuto più volte che fosse mio dovere aiutarlo a studiare, si lamentava quando mettevo meno cuori del solito nei messaggi e necessita che gli scriva molte volte al giorno".
"Ha idee strane – continuava – riguardo al farsi giustizia da soli per i tradimenti, la tortura e cose simili. Non accettava le mie uscite con la Bea e con la Kiki (le amiche di Giulia ndr) e credo non accetterebbe mai una mia vacanza in solitario con i maschi del gruppo (inventata ovviamente). Tendenzialmente i tuoi spazi non esistono, lui deve sapere tutto, anche quello che dici di lui alle amiche o allo psicologo. Durante le litigate dice cattiverie pesanti e quando l'ho lasciato ha fatto molte minacce per farmi cambiare idea. C'è stato un periodo in cui dopo la buonanotte mi mandava sticker finché non vedeva che non ricevevo più messaggi per controllare che fossi davvero andata a dormire. Tutto quello che gli dici per lui è una promessa e prova a vincolarti così, prendeva come un affronto il fatto che volessi tornare a casa in autobus dalla fermata più vicina e non in stazione".
"Una volta – sottolinea Giulia Cecchettin nella sua lista – si è arrabbiato perché scesa dal bus volevo fare 5 minuti a piedi da sola mentre lui era da un'altra parte senza aspettarlo". Sui rapporti intimi, spiega ancora la 22enne, Turetta diventava insistente davanti ai no. "Diventa pressante e si potrebbe scocciare male".
Il memorandum, visto il rilievo per i magistrati, è contenuto negli atti depositati ieri nel corso del processo. Turetta, sfruttando il fatto che una volta Cecchettin aveva dimenticato il telefono nella sua auto, era entrato in possesso di questo elenco. Del resto, ogni voce per il pm dimostra l'azione di controllo che lo studente cercava di esercitare sull'ex fidanzata che avrebbe poi sequestrato e ucciso. Anche nella sua lista, invece, Giulia Cecchettin pensava a come non ferirlo. Il suo elenco terminava con tre parole: "Era il mio amore".