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Nel cuore dell’Uganda: “Qui la gente è poverissima, ma ride sempre”

“Qui la gente è povera, ma se parli con loro di economia ti diranno che va bene” racconta padre Joseph. I salesiani sono nel Paese dal 1989, la prima missione è arrivata a Bombo. “È delle città storiche dell’Uganda, ma non sembra molto sviluppata. Ci sono famiglie anche con sette bambini e ogni giorno arrivano qui tantissime persone”
A cura di Beppe Facchini
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Non solo Kampala. Anche lontano dalla caotica capitale ugandese, malattie, criminalità e soprattutto povertà sono i problemi principali coi quali migliaia di persone devono quotidianamente fare i conti. “Un’insegnante guadagna mediamente 120 dollari al mese, mentre altri lavoratori, ad esempio i costruttori, possono arrivare fino a 150 dollari” spiega padre Joseph Huynh Than Long, direttore della scuola professionale della missione salesiana di Bombo, una delle città nelle quali i missionari, aiutati anche dalla onlus Missioni Don Bosco di Torino, sono presenti al fianco dei più piccoli e delle loro famiglie.

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“Qui ci sono tanti bambini” continua padre Joseph, guida per un giorno tra le strade sterrate di Bombo, dove i salesiani sono presenti con la loro prima missione nel Paese (il 163esimo su 187 nell’indice di sviluppo umano delle Nazioni Unite): era il 1989. Da allora i salesiani sono in questa città, nel centro-sud dell’Uganda, con un centro per le attività educative dei giovani della zona, ma non solo, per un totale attualmente di 1.560 allievi. In particolare, la scuola secondaria forma attualmente 568 studenti, mentre il centro professionale ha 135 allievi che si specializzano in lavorazione dei metalli, muratura, elettricisti, falegnami, sarte e parrucchiere. All’interno della missione, inoltre, convivono giovani di diversa appartenenza religiosa e i ragazzi che provengono da luoghi distanti dal centro salesiano vengono accolti nell’ostello.

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“La maggior parte della gente qui è povera –spiega ancora padre Joseph- ma se parli con loro ti diranno che l’economia va bene. Secondo me, però, è ancora troppo debole”. E questo nonostante da qualche anno in Uganda diversi investitori stranieri (ultimi arrivati i cinesi) stiano cercando di fare affari consentendo una lentissima crescita del Paese. Basta farsi un giro non solo a Bombo (“Questa è una città storica dell’Uganda eppure non sembra molto sviluppata” sottolinea padre Joseph) ma anche a Gulu, distante più di 300 chilometri da Kampala e con oltre 150mila abitanti.

Si tratta di un’altra città con gli stessi problemi e le stesse difficoltà nel far decollare finalmente l’economia. Eppure, anche qui, incrociare volti sorridenti e fiduciosi di riuscire ad andare avanti nonostante tutto, ce ne sono tantissimi.

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