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Covid 19

Nel Comune pieno di No Vax dove la dottoressa minacciata si dimette: “Cure clandestine ai malati”

Nel Comune di Monterenzio, in provincia di Bologna, la dottoressa Manuela Sgargi ha preso il posto di un medico di base sospeso per le sue tesi contrarie al vaccino. Si è dimessa per le intimidazioni di pazienti No Vax. “Clima invivibile, un paziente gravemente malato di Covid è morto senza che io o le Asl sapessimo che aveva contratto il virus. Riceveva cure clandestine a domicilio”.
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Manuela Sgargi, ex medico di base sostituto, Monterenzio
Manuela Sgargi, ex medico di base sostituto, Monterenzio
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Monterenzio è un piccolo Comune di seimiladuecento abitanti in provincia di Bologna abbarbicato sull’Appennino Tosco-Emiliano. A prima vista lo si direbbe un posto tranquillo, dove tutti si conoscono e non succede mai niente di particolarmente rilevante. Invece, dietro a questa facciata di quieto paesino di provincia, si agitano sentimenti bellicosi, pronti a deflagrare alla prima occasione.

Primo nella classifica dei Comuni a minor tasso di vaccinazione nel bolognese, negli ultimi mesi Monterenzio è stato il palcoscenico di un avvicendarsi di medici di base, chiamati a sostituire gli “storici” predecessori, sospesi dall’Azienda sanitaria perché contrari al vaccino contro il Covid-19.

Tra questi spicca il nome di Maria Grazia Dondini, medico generale con un forte seguito sul territorio, conosciuta anche per le sue tesi contrarie all'obbligo vaccinale contro il Covid, sulle terapie a domicilio e per le sue partecipazioni ai "No Paura Day" della scorsa estate. In seguito alla sua sospensione, il suo posto è a lungo rimasto vacante, con grande preoccupazione tanto dei cittadini quanto delle istituzioni. L’ultimo medico nella lista di quelli che hanno sostituto la Dondini è la dottoressa Manuela Sgargi, che in questi giorni ha presentato un esposto in Procura per denunciare gravi episodi di cui è stata testimone da dicembre 2021 ad oggi.

Intimidita da pazienti No Vax

Abbiamo incontrato Manuela Sgargi nella sede del Comune di Monterenzio, alla presenza del Sindaco Ivan Mantovani, che fin da subito le ha offerto l’appoggio delle istituzioni. Ciononostante, la donna ha scelto di dimettersi, in seguito a “gravi episodi di intimidazioni, ma non solo”. “Sono stata accusata da alcuni pazienti di discriminarli in quanto chiedevo loro se fossero vaccinati e, se non lo erano, cercavo di convincerli a farlo sulla base di dati e argomenti scientifici”. “Sono addirittura arrivate pec per chiedere la mia sospensione dall’Ordine dei Medici, capisce che il clima era diventato insostenibile”, spiega.

Sgargi racconta di essersi guadagnata l’antipatia dei suoi nuovi pazienti anche per essersi più volte rifiutata di firmare le tanto richieste esenzioni dal vaccino. “Mi chiedevano di tutto, dalle esenzioni a prescrizioni di terapie preimpostate, certificati di malattia… Chiaramente di fronte a queste richieste e in assenza di validi motivi per fare altrimenti, non potevo accondiscendere, noi medici ci basiamo su protocolli nazionali e internazionali”.

Cure "clandestine" a Monterenzio

Il peggio però è arrivato quando, una mattina di dicembre, Manuela Sgargi ha ricevuto la telefonata della sorella di una sua paziente, gravemente affetta da Covid insieme al marito, appena deceduto. “Fino a quella telefonata io non avevo idea che la coppia avesse contratto il Covid, non era stata fatta nessuna segnalazione all’ASL o agli enti competenti”. I pazienti, spiega Sgargi, avevano deciso di affidarsi ad altri specialisti, che avevano loro prescritto terapie alternative, – “anche endovena” – e che li seguivano a domicilio. Senonché la situazione dei due coniugi era davvero grave, e richiedeva l’ospedalizzazione.

“Io non avevo idea di quali cure avessero ricevuto o a chi si fossero rivolti, ma quando sono stata chiamata il marito era già morto, mentre la moglie, in pessime condizioni, alla fine è riuscita a cavarsela… e ha anche detto che non l’ho assistita”.

Paolo Bordon, Direttore Generale Azienda USL Bologna
Paolo Bordon, Direttore Generale Azienda USL Bologna

“Si tratta di un fatto estremamente grave del quale abbiamo già avvisato tutte le autorità competenti”, sottolinea il Direttore Generale dell'Azienda USL di Bologna, Paolo Bordon. “Abbiamo dei sospetti sull’identità di chi ha fornito queste cure a domicilio senza allertare l’azienda sanitaria, ma non vogliamo alimentare le voci di corridoio, anche perché le indagini sono attualmente in corso”. E conclude: “Ci dispiace che la dottoressa Sgargi abbia rassegnato le dimissioni, abbiamo fatto tutto il possibile per farla desistere”.

"A Monterenzio i medici No Vax hanno fatto proseliti"

Ivan Mantovani, Sindaco di Monterenzio
Ivan Mantovani, Sindaco di Monterenzio

A dimostrare il proprio supporto alla dottoressa Sgargi c'è anche, in prima linea, in Sindaco di Monterenzio Ivan Mantovani, che da sempre si batte a favore della campagna vaccinale, anche a costo di critiche e scontri con i suoi oppositori in consiglio comunale. "A Monterenzio si sono avvicendati quattro medici di base, due dei quali sospesi perché contrari al vaccino, mentre gli altri due si sono dimessi, ultima la dottoressa Sgargi. È chiaro che le teorie No Vax di medici storici del nostro territorio hanno contribuito a creare questo clima". E sottolinea: "In un momento storico come questo bisognerebbe stare uniti, istituzioni e specialisti, non creare divisioni su questi temi".

Fake news sui social

Per il primo cittadino il clima del Comune montano è avvelenato anche dalle numerose fake news che circolo su vari account social, "tante teorie senza capo né coda alle quali a volte mi si chiede di rispondere nei commenti… è chiaro che non è quello il luogo né il modo per affrontare temi complessi". Conclude: "In quanto Sindaco mi preoccupo di fare rispettare la legge e vengo spesso accusato per questo. Io vado per la mia strada, perché Monterenzio non va tacciato di essere un “Comune No Vax”. Abbiamo comunque l’84% di vaccinati con prima dose, tuttavia possiamo e dobbiamo fare molto di meglio”.

Del resto, anche prima del Covid in questo paese dell’Appennino in cui nulla è come sembra qualcuno nutriva sospetti verso i vaccini. È infatti proprio qui che il Movimento 3V (Vaccini Vogliamo Verità) ha trovato una delle sue principali roccaforti.

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