Nel 1991 uccise i genitori, ora Pietro Maso è indagato per tentata estorsione alle sorelle
La Procura di Verona ha iscritto Pietro Maso nel registro degli indagati con l'accusa di tentata estorsione nei confronti delle sorelle. Maso, oggi 44enne, nel 1991 con la complicità di tre amici massacrò a Montecchia di Crosara, in provincia di Verona, i genitori Antonio e Rosa. Dopo 22 anni in carcere è tornato in libertà nel 2013 e solo pochi giorni fa aveva raccontato di aver scritto una lettera a Papa Francesco, che lo aveva poi chiamato. Come scrive il Corriere del Veneto, il nuovo fascicolo a carico di Maso è stato aperto poco prima di Natale ed è stato assegnato al pubblico ministero Giovanni Pietro Pascucci. A confermare la notizia è lo stesso procuratore Mario Giulio Schinaia: “Si tratta di un’inchiesta avviata sulla base dei contenuti di un esposto presentato direttamente dalle parti lese”. A denunciare l’uomo, dunque, le sorelle Nadia e Laura. A loro Maso, quando è uscito dal carcere, avrebbe chiesto soldi in più occasioni, al punto da indurre le sorelle a segnalare l’accaduto alla magistratura. L’esposto delle sorelle ha un contenuto “inequivocabile”, ha precisato il procuratore Schinaia.
il delitto di 25 anni fa – Sarà adesso compito delle indagini stabilire con esattezza i contorni della vicenda che coinvolge Maso e che ancora una volta gira attorno ai soldi. Sempre per soldi nel 1991 Maso avrebbe ucciso i genitori, anche se nella recente intervista l’uomo ha fornito nuove motivazioni riscrivendo in qualche modo la verità emersa nei processi celebrati a suo carico. “Adesso che ho scontato la mia pena lo posso dire: io non ho ucciso i genitori per soldi, perché i soldi li avrei avuti lo stesso. Dissi che il motivo era quello perché quando abbiamo commesso l'omicidio un mio amico si era fatto fare un prestito ed eravamo sotto con i soldi. Ma ho tentato altre volte di ucciderli. Io sono stato tanto malato da piccolo e i miei mi dicevano ‘Non andare a lavorare perché sei malato', ‘Non uscire perché sei malato', ‘Pensiamo a tutto noi'. E' come essere gay e i tuoi non lo sanno. Ti vedono diverso, stai male e non capisci perché. Non ne puoi parlare liberamente perché i tuoi non vogliono. Stai in casa e soffri. Questo disagio potrebbe essere il motivo”, così Maso tornando a parlare di quanto accaduto 25 anni fa.