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Ndrangheta in Piemonte: confiscati beni per 6 mln a capo del ‘locale’ di Rivoli

Finito al centro di numerose inchieste sulle infilitrazioni della ‘ndrangheta nel Torinese – tra cui la maxioperazione Minotauro del 2011 – De Masi si è visto sequestrare conti correnti, immobili, società e polizze.
A cura di B. C.
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Il Centro Operativo della Direzione Investigativa Antimafia di Torino ha eseguito il sequestro dei beni di Salvatore Demasi, ritenuto il capo indiscusso del "locale" di Rivoli in provincia di Torino, condannato nel novembre 2013 a 14 anni di reclusione per associazione per delinquere di stampo mafioso. Tra i beni confiscati al boss, figurano il capitale sociale della Demasi Costruzioni Srl, della Mongioia S.S. e di altre società intestate a terze persone, oltre a cinque immobili situati a Rivoli, conti correnti, autovetture, polizze vita e buoni postali. Tutti beni, questi ultimi, che secondo gli inquirenti sarebbero stati acquisiti tramite il reinvestimento del denaro di provenienza illecita. Il sequestro accoglie una proposta avanzata dal Direttore della Direzione Investigativa Antimafia al termine di un'indagine che ha portato ad emergere l'infiltrazione della malavita organizzata calabrese nel tessuto economico e sociale del Torinese mediante il reinvestimento di denaro di provenienza illecita nel circuito imprenditoriale.

Affiliato alla ‘ndrangheta dal 1994, Demasi avrebbe partecipato alla “società maggiore” con la dote di “padrino”, intervenendo in prima persona ai riti di affiliazione, ed avrebbe diretto l’organizzazione criminale denominata “locale di Rivoli”, specializzata in attività legate ad armi, droga, estorsioni e usura e gestione di attività illecite nel settore edilizio, nella ristorazione e nelle sale da gioco. Con la condanna, Demasi è stato contestualmente sottoposto alla sorveglianza speciale, aggravata dall'obbligo di soggiorno per 5 anni. occasione di un altro sequestro di beni l'allora procuratore Gian Carlo Caselli lo aveva definito così: "originario di mardone, cognato del superlatitante giuseppe giorgi alias “u capra”, coniugato con la figlia del boss sebastiano romeo detto “u staccu” di san luca, ama intrattenere cordiali, amichevoli relazioni con vari personaggi, anche di spicco, del mondo politico-amministrativo", come aveva scritto Narcomafie.

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