‘Ndrangheta, il pg di Torino: “Rosso a patti con i mafiosi per ottenere voti. Ha pagato 16mila euro”
L'assessore della Regione Piemonte Roberto Rosso, arrestato per voto di scambio politico-mafioso, "per accaparrarsi voti è sceso a patti con i mafiosi, attraverso degli intermediari. E l'accordo ha avuto successo". A dichiararlo è stato il procuratore generale di Torino Francesco Enrico Saluzzo, a proposito dell'operazione "Fenice" della Guardia di finanza, che ha portato alla luce un intreccio nel torinese tra ‘ndrangheta, mondo imprenditoriale e politica. Sono numerose le fotografie e i filmati prodotti dagli inquirenti che documentano incontri tra Rosso e Onofrio Garcea, rappresentante in Liguria del clan calabrese Bonavota, e con Francesco Viterbo, anche lui esponente dei Bonavota. "Tutti sapevano con chi parlavano", ha sottolineato il generale della Guardia di Finanza Giuseppe Grassi. Secondo l'indagine, a Rosso furono chiesti 15mila euro per un pacchetto di voti alle regionali, ma lui pagò in due tranche circa 8mila euro. In un'intercettazione tra il politico e due intermediari di un presunto boss dicono: "Eh…5 e bon tagliamo la testa al toro". "Glielo dico, provo a dirglielo". "Cinque, e tre ‘caramelle' le han già prese. E bon".
Roberto Rosso è tra le otto persone arrestate questa mattina su richiesta della Direzione distrettuale antimafia locale nell’ambito di un’inchiesta sulla ‘ndrangheta che ipotizza anche il voto di scambio elettorale politico-mafioso. Le Fiamme Gialle hanno effettuato anche sequestri per milioni di euro su 200 tra imprese, immobili e conti correnti, eseguiti in Piemonte, Lombardia, Toscana, Lazio, Campania, Sicilia e Sardegna. Dall'inchiesta della Guardia di finanza sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta nel Torinese, è emersa “la piena consapevolezza del politico e dei suoi intermediari circa la intraneità mafiosa dei loro interlocutori”, specificano gli stessi finanzieri.
Chi è Roberto Rosso: un passano nella DC, oggi in Fratelli D'Italia
Roberto Rosso, 59 anni, è nato a Casale Monferrato ed è avvocato civilista. Ha esordito in politica con la Democrazia Cristiana quando aveva 19 anni ed è oggi iscritto al partito guidato da Giorgia Meloni Fratelli D'Italia. Rosso, che stamattina ha rassegnato le dimissioni, è stato assessore ai Diritti Civili della Regione Piemonte, ma anche capogruppo in Consiglio comunale a Torino e vicesindaco di Trino Vercellese. È stato per cinque legislature parlamentare di Forza Italia. Candidato a sindaco di Torino nel 2001 (con Forza Italia) e nel 2016 (con una civica), è passato alla corte di Giorgia Meloni. Le accuse nei suoi confronti riguardano le elezioni regionali del maggio scorso, quando è stato eletto consigliere per Fratelli d’Italia con 4.777 preferenze, diventando assessore. Giorgia Meloni ha così condannato l'arresto di Roberto Rosso: “Ha aderito da poco più di un anno. Stamattina è stato arrestato con l’accusa più infamante di tutte: voto di scambio politico-mafioso. Mi viene il voltastomaco. Mi auguro dal profondo del cuore che dimostri la sua innocenza, ma annuncio fin da ora che Fratelli d’Italia si costituirà parte civile nell’eventuale processo a suo carico. Ovviamente, fin quando questa vicenda non sarà chiarita, Rosso è da considerarsi ufficialmente fuori da FdI”.