‘Ndrangheta, blitz contro le cosche della Locride: 85 persone in carcere
Sono 85 le persone finite in carcere nell'ambito dell‘operazione ‘Eureka’ messa a segna dei carabinieri del Ros e del Comando Provinciale di Reggio Calabria in Italia e in diversi Paesi esteri contro la Ndrangheta.
Colpite in particolare le cosche della Locride, Morabito di Africo e Nirta-Strangio di San Luca, quest'ultima nota per la strage di Duisburg avvenuta il Ferragosto del 2007. Sono oltre cento i provvedimenti cautelari emessi dal gip di Reggio Calabria su richiesta della locale procura – Dda della Repubblica guidata da Giovanni Bombardieri.
Il blitz è stato eseguito con la collaborazione in fase esecutiva dei Comandi provinciali Carabinieri di Catanzaro, Vibo Valentia, Pescara, Milano, Salerno, Catania, Savona, Bologna, Vicenza, L’Aquila, Ancona, Roma, Cagliari, degli Squadroni Eliportati Cacciatori di Calabria, Puglia e Sicilia, nonché del 8 Nucleo Elicotteri e del Nucleo Cinofili di Vibo Valentia.
Gli interessati sono indagati a vario titolo per associazione di tipo mafioso (imputazione a carico di 5 soggetti), concorso esterno in associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti (con l’aggravante della transnazionalità e dell’ingente quantità), produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti, detenzione/traffico di armi anche da guerra, riciclaggio, favoreggiamento, procurata inosservanza di pena, trasferimento fraudolento di valori e altri reati.
L’operazione condotta dai carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Reggio Calabria con il coordinamento della Dda reggina, è collegata ad altre due inchieste coordinate dalle Dda di Milano e Genova. Secondo quanto si è appreso a Reggio, nell’operazione lombarda è stata emessa una misura cautelare per 38 persone e per altre 15 in quella ligure.
Alcuni dei provvedimenti, convertiti in mandati di arresto europeo, sono stati eseguiti in Germania (9 indagati), Belgio (6 indagati), Francia (3 indagati), Portogallo (1 indagato), Romania (1 indagato) e Spagna (1 indagato).
L'operazione è stata messa a segno grazie al fondamentale apporto delle forze di altri Paesi europei, in particolare Belgio e Germania. Secondo la polizia bavarese, le autorità italiane e belghe possono attribuire alle ‘ndrine oggetto dell’inchiesta “l’importazione e il traffico di circa 25 tonnellate” di cocaina in Europa dall’America meridionale con navi portacontainer che facevano scalo in porti come Anversa, Rotterdam o Gioia Tauro.
Per ripulire le entrate illegali, i membri della ‘ndrangheta hanno creato una rete globale di riciclaggio di denaro, investendo ingenti somme in ristoranti, immobili e autolavaggi in particolare in Germania, Portogallo, Belgio e Argentina.
Tutte le inchieste sono coordinate dalla Direzione nazionale antimafia diretta dal procuratore Giovanni Melillo.