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‘Ndrangheta, 104 arresti tra Toscana, Calabria e Lombardia: sequestrata tonnellata di cocaina

In una maxi operazione della polizia avvenuta questa mattina all’alba tra Toscana, Calabria e Lombardia, sono state arrestate 104 persone perché legate alla cosca dei Molè e sequestrata una tonnellata di cocaina. L’indagine è stata coordinata da tre procure e ha portato alla luce gli affari delle storiche famiglie della ‘ndrangheta di Gioia Tauro.
A cura di Chiara Ammendola
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Sono 104 le persone arrestate e oltre una tonnellata la cocaina sequestrata nella maxi operazione della polizia avvenuta questa mattina all'alba in tre regioni italiane contro gli appartenenti alla cosca di ‘ndrangheta dei Molè. Una blitz coordinato da tre procure distrettuali antimafia, quelle di Milano, Firenze e Reggio Calabria che hanno individuato in diverse zone delle tre regioni di appartenenza i presunti affiliati a una delle più note cosche di ‘ndrangheta della Piana di Gioia Tauro. Le ramificazioni non hanno raggiunto solo Lombardia e Toscana ma anche e soprattutto l'estero, in particolare il Sudamerica, luogo di provenienza della droga sequestrata.

Le intercettazioni: Arriviamo a casa come le raccomandate

Secondo quanto emerso dalle indagini portate avanti dalle squadre mobili di Reggio Calabria, Milano, Firenze e Livorno, si tratta di gruppi che, seppur dotati di una certa autonoma, operavano in stretta sinergia in quello che era un vero e proprio legame mafioso attivo sia nell’importazione di cocaina dal Sudamerica che nelle estorsioni e nel riciclaggio dei relativi capitali illeciti. Inoltre, l’organizzazione criminale era riuscita ad estendere il suo controllo in diversi settori, dal trasporto conto terzi alla ristorazione ai servizi di pulizia e facchinaggio. In una delle intercettazioni uno degli arrestati diceva: "Noi siamo come le raccomandate, arriviamo direttamente a casa", frase che secondo gli inquirenti mostrebbe "minaccia e autorevolezza" utilizzata dagli indagati, tratti tipici di "arcaicità e modernità della ‘Ndrangheta", nei confronti di imprenditori costretti a diventare "complici e a fornire il loro know-how".

Ramificazioni in Toscana, Lombardia e Sudamerica

I reati contestati agli indagati sono, a vario titolo, associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione, detenzione e porto illegale di armi, autoriciclaggio, associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga, produzione, traffico e cessione di sostanze stupefacenti, usura, bancarotta fraudolenta, frode fiscale e corruzione. Al filone milanese dell'inchiesta ha lavorato anche il Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Como.

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