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Naufragio nel Canale di Sicilia, otto migranti morti e più di 100 dispersi

La Marina libica ha comunicato il bilancio di un nuovo naufragio verificatosi nei pressi delle coste libiche: otto morti e più di cento dispersi. E attacca: “Le Ong accrescono il numero di barconi illegali”.
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Ancora sangue nel mare del Canale di Sicilia. Nella giornata di ieri, tensione tra la Marina libica e le navi delle Ong, intimate di non intervenire e non schierarsi in attesa dei gommoni con i migranti. La Marina libica ha denunciato e accusato apertamente le Ong di essere lì per cercare contatto con i migranti. Più di 570 le persone riportate indietro.

Erano quattro le navi umanitarie presenti per prestare soccorso: la Prudence di Msf, Openarms, Jugendrettet e Seawatch. Complessivamente sono state salvate 1129 persone, recuperato otto corpi senza vita. L'ammiraglio Ayob Amr Ghasem ha rilasciato una nota ufficiale attraverso il suo portavoce

Chiamate wireless sono state rilevate, una mezz'ora prima dell'individuazione dei barconi, tra organizzazioni internazionali non-governative che sostenevano di voler salvare i migranti illegali in prossimità delle acque territoriali libiche. Sembrava che queste Ong aspettassero i barconi per abbordarli. Le Guardie costiere hanno preso contatto con queste Ong e hanno domandato loro di lasciare le acque territoriali libiche.

"Le Ong accrescono il numero di barconi illegali"

Il comportamento di queste Ong accresce il numero di barconi di migranti illegali e l'audacia dei trafficanti di esseri umani

La Marina libica ha chiuso il comunicato dando notizia di un nuovo naufragio verificatosi nei pressi delle coste libiche. Il bilancio è di otto morti accertati e più di cento dispersi.

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